Ogni settimana si registrano due morti e sedici feriti
Aumenta il fenomeno della pirateria stradale in Italia, seppur, nel primo semestre 2011 sia diminuito il numero complessivo degli incidenti. L’Associazione Sostenitori della Polstrada ha rilevato 347 episodi aventi questa forma di criminalità come causa. I morti sono stati 55 (+44,7%) e 418 i feriti (+20,8%) mentre a luglio 2010 i dati erano 38 vittime e 346 feriti su 249 casi. La Lombardia è la regione peggiore con 50 episodi significativi, al secondo e terzo posto Lazio ed Emilia-Romagna con 38, seguono la Campania con 35, la Toscana con 32, il Veneto con 31. Friuli Venezia Giulia con un solo caso e zero in Valle d’Aosta.Solo nel 66,3% dei casi contro il 78,3% dell’anno scorso le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciare un colpevole. Il 20,4% degli autori identificati, 47 su 230, era in stato di ebbrezza: tra questi il 17%, otto casi, era positivo al narcotest. A questo proposito è intervenuto Giordano Biserni, presidente dell’Asaps: “Se consideriamo che una buona parte dei pirati scoperti si è costituita in tempi successivi all’evento, e che per altri 117 (33,7%) la caccia non è finita, è sensato supporre che la presenza di alcol e stupefacenti sia in realtà molto più diffusa”. Solo nel 33,5% dei casi il pirata identificato è stato fermato. Gli ultimi dati disponibili mostrano che i conducenti immigrati o turisti responsabili di schianti sono il 23,5%. Le donne pirata sono in aumento; 21 quest’anno rispetto alle 15 del 2010. Per quanto riguarda le vittime, si registra la presenza di minori nell’8,64% dei casi. Il Codacons, commentando i numeri forniti dall’Asaps, ha definito non sufficiente la legge entrata in vigore l’anno scorso affermando che “gli ubriachi possono ritornare a circolare per tre ore al giorno, non è più un reato se si supera il tasso alcolemico fra 0,5 e 0,8 grammi per litro di sangue e si può bere nei locali fino alle 3 di notte”.
“Il Codice – rileva l’Associazione dei consumatori – è addirittura peggiorato, dato che nessun soldo in più è stato stanziato per aumentare il numero dei controlli sulle strade, il vero problema per il quale la patente a punti funziona in tutto il mondo salvo che in Italia”. Bisogna dunque trovare una soluzione a questa problematica che nel nostro Paese sembra “irrisolvibile”, secondo Carmelo Lentino, portavoce di BastaUnAttimo, campagna nazionale per la sicurezza, che dichiara: “Non possiamo pensare di risolvere il problema solo con le sanzioni. Stiamo parlando di una cultura che deve essere cambiata e per farlo dobbiamo investire in un insegnamento della sicurezza stradale e dei buoni comportamenti da tenere sulla strada”.