Rapine, attentati e omicidi: l’odio contro la vita occidentale spinge il Gruppo di terroristi Boko Haram a terrorizzare continuamente l’intero Paese
Boko Haram, il Gruppo della Gente della Sunna per la propaganda religiosa e la Jihad di cui la traduzione del nome è “L’educazione occidentale è un peccato” continua a terrorizzare l’intera Nigera e anche i Paesi vicini. Dopo che più di un mese fa l’organizzazione terroristica jihadista aveva già preso in ostaggio oltre 200 liceali, che vengono ancora trattenute contro la loro volontà, nella stessa area la scorsa settimana sono state rapite più di 60 donne e bambine nel Nord-Est del Paese, lo ha reso noto un funzionario locale. Il sequestro è stato attribuito al gruppo Boko Haram, sebbene non vi sia stata ancora alcuna rivendicazione. Nell’operazione sono state uccise almeno 30 persone, secondo quanto riferito da alcuni testimoni scampati alle violenze. Le donne sono state prelevate la scorsa settimana dal villaggio di Kummabza, nel distretto di Damboa, Stato di Borno. Boko Haram continua a rapire e a uccidere, l’obiettivo: istituire un nuovo califfato, estendendo la sharia a tutto il territorio nazionale. Da più di cinque anni i terroristi diffondono paura e terrore con gli attentati a militari, polizia, enti pubblici, bruciando case, scuole e chiese. A inizio giugno si è verificato uno degli attentati più gravi con più di 500 morti, ma il governo nigeriano finora non è riuscito ad arginarli. Lo scorso mercoledì fonti ufficiali hanno confermato che nel caso dell’esplosione nel centro commerciale di Abuja, la capitale nigeriana, si è trattato di una bomba, piazzata all’interno dell’Emab Plaza, non lontano dalla sede del governo. È di almeno 21 morti e 17 feriti il bilancio dell’esplosione che ha colpito il centro commerciale di Abuja.
I religiosi in tutto il Paese sono in allarme, questo lo hanno comunicato il vescovo Anselm Umoren e il presidente della Christian Council of Nigeria, l’associazione dirigente delle 15 religioni tradizionali protestanti Emmanuel Udofia. Da parte della comunità musulmana si è espresso l’emiro di Zamfara Atthiru Muhammad dicendo che Boko Haram non è una comunità musulmana, ma una setta “assolutamente in-musulmana”. Tutti i responsabili sono molto preoccupati per la sicurezza del paese, ma non sarebbero ragioni religiose a creare l’origine della problematica, anzi l’obiettivo di creare uno scambio inter-religioso funziona molto bene.
L’odio verso lo stile di vita occidentale
È di almeno 13 morti il bilancio dell’attacco sferrato nel nord della Nigeria, dove un attentatore suicida si è fatto esplodere in mezzo alla folla di appassionati di calcio che stavano seguendo la partita Brasile-Messico su un mega schermo all’aperto. Lo aveva riferito la Bbc, citando fonti mediche, e testimoni a Damaturu, nello stato di Yobe, hanno raccontato che l’uomo era alla guida di una bicicletta taxi quando si è fatto esplodere. Almeno 20 persone sarebbero rimaste gravemente ferite.
I tifosi di calcio sono da tempo un bersaglio dell’organizzazione estremista islamica, tanto che le autorità hanno già cercato di chiudere i cosiddetti ‘viewing centres’, per il timore di attacchi contro le folle radunate davanti ai megaschermi tv in occasione delle partite della nazionale di casa. Per questo circa 30 giornalisti nigeriani, che erano presenti alla seconda partita dei gironi in cui la Nigeria si scontrava con la Bosnia, hanno protestato dando un segnale contro la violenza e contro l’organizzazione terroristica portando magliette con la scritta: “World united against Boko Haram” (Il mondo unito contro Boko Haram).
I luoghi più pericolosi per cristiani
Al primo posto della classifica c’è comunque la Corea del Nord, che da 12 anni mantiene il triste primato per le più estreme persecuzioni contro i cristiani, riferisce ‘Open Doors’. Secondo l’Ong, almeno 70mila cristiani sono attualmente detenuti in campi di lavoro. “Costretti a incontrarsi solo in segreto, i cristiani non condividono la loro fede nemmeno con i famigliari per paura di essere arrestati e mandati in campi di lavoro. Chiunque venga scoperto a condurre attività religiose in segreto rischia di essere arrestato, torturato, anche giustiziato in pubblico”, si legge sul sito dell’organizzazione. C’è poi l’Eritrea, dove solo quattro gruppi religiosi sono ufficialmente ammessi a praticare apertamente la loro religione. Si tratta dei cristiani ortodossi, musulmani sunniti, cattolici o evangelici. Gli altri rischiano l’arresto. Infine la Nigeria, divisa tra i musulmani del nord e i cristiani del sud. Qui dal 2009 è attivo il gruppo estremista islamico di Boko Haram che minaccia di ripulire il nord del Paese da tutti i non musulmani, cristiani compresi, e di imporre la Sharia. Da allora sono state uccise più di tremila persone.