La crisi economica dispiega tutti i suoi effetti sull’occupazione. Dopo i dati Istat (con oltre 1,2 milioni di senza lavoro a dicembre per un tasso di disoccupazione all’8,5%), arrivano le cifre di Cgil, che evidenziano una cassa integrazione volata ad oltre un miliardo di ore in quindici mesi, e di Confindustria che indica un tasso di senza lavoro, comprensivo anche dei cassintegrati, salito al 10,1% a fine 2009.
Dall’ottobre 2008 al dicembre 2009, rileva la Cgil nel Rapporto sulla Cig del 2009 a cura dell’osservatorio sulla cassa integrazione del Dipartimento settori produttivi, le ore di Cassa integrazione (tra ordinaria e straordinaria) autorizzate sono state oltre 1 miliardo. “Un uragano”, dice il sindacato di Corso d’Italia, spiegando che la sola Cigo ha totalizzato oltre 634 milioni di ore e la Cigs circa 370 milioni. E non è tutto: se si guarda al solo 2009, c’è stato il maggiore ricorso alla cassa integrazione di sempre, con oltre 918 milioni di ore (+311% sul 2008), che hanno coinvolto oltre un milione di lavoratori, con un ammanco nelle loro tasche di oltre 3 miliardi e 300 milioni di euro.
Il livello medio di ricorso alla cassa è pari a 25 settimane o 5 mesi e particolarmente pesante appare la situazione del settore meccanico (+703% per la Cigo e +209% per la Cigs). “La Cig – sottolinea la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso – ha permesso di contenere in parte, fino ad oggi, i riflessi della crisi sull’occupazione e per questo resta essenziale intervenire per prolungare i massimali della Cigo, come fondamentale obiettivo immediato per fermare i licenziamenti”.
Le cifre ufficiali dell’Istat danno la disoccupazione di dicembre all’8,5%, ma il Centro studi di Confindustria fa un passo in più e calcola che, considerando anche i cassintegrati, il tasso sale al 10,1%, in linea con quello europeo. Lo scenario, inoltre, non lascia prevedere un’inversione di tendenza: Confindustria, che parla di “trend ascendente”, rileva infatti che la percentuale di imprese che si attende una riduzione del numero di addetti (28,6%) è ancora nettamente superiore a quella che prevede un incremento (9,7%), benchè si siano stabilizzate le opinioni sulle condizioni operative aziendali. La crisi, con i suoi effetti sull’occupazione, non risparmia nessun settore.
Dal 2007, secondo un rapporto di Confesercenti, hanno chiuso la saracinesca quasi 60mila negozi, con la perdita di 120mila posti di lavoro. In totale, per tutto il settore del commercio, le chiusure sono 100mila, che salgono a 120mila considerando anche il turismo.
Andamento analogo anche per le aziende dell’artigianato, che secondo Unioncamere nel giro di un anno registrano un saldo tra nascite e chiusure negativo.
Lo scorso anno sono nate 108.542 nuove imprese, mentre ne sono sparite 124.456. La crisi si è dunque assorbita 15.914 aziende, segnando una contrazione dell’1,06% rispetto all’anno precedente (contro il +0,37% del 2008).