Dopo le minacce militare da Mosca, la comunità internazionale ha mandato un segnale di allarme diplomatico al Cremlino. Le nazioni industriali dell’ovest arrestano tutti gli appuntamenti di preparazione per il summit G8 con la Russia
Le sette nazioni eminenti, tra cui USA, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Giappone hanno giudicato la procedura russa sulla Crimea “ovvia violazione della sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina” e una trasgressione contro l’obbligo internazionale. Gli stati G7 e l’UE hanno appellato Mosca di considerare possibili dubbi sulla sicurezza e i diritti umani direttamente a Kiev oppure di accettare la mediazione da parte dell’OSCE. “Siamo pronti a dare assistenza”, questo si legge nella dichiarazione del G7. Anche la Nato ha consigliato l’invio di un osservatore internazionale sotto appoggio dell’ONU o dell’OSCE. “Un processo politico con il rispetto per le minoranze in Ucraina è importante”, si legge nel rapporto degli ambasciatori dei 28 stati membri della Nato.
La Casa Bianca “è molto preoccupata per l’eventuale escalation” della situazione ai confini fra Russia e Ucraina, dove Mosca sta ammassando le sue truppe. “Osserviamo con molta attenzione, la Russia ha molto da perdere” per ogni possibile aumento delle tensioni, ha detto ai giornalisti il vice consigliere per la Sicurezza Nazionale americana, Ben Rhodes.
La Russia ha assicurato che non vuole la guerra con l’Ucraina. “Siamo contro il fatto che qualcuno usi questa terminologia per il nostro rapporto con l’Ucraina a noi vicina”, ha detto il Vice-ministro degli esteri Grigori Karassin in televisione. La Russia farà di tutto per stabilire le relazioni bilaterali perché “ne dipende anche la stabilità in Europa”. Inoltre il nuovo governo a Kiev dovrebbe occuparsi delle esigenze dei cittadini, continua Karassin.
Nel frattempo l’Ucraina ha ordinato il ritiro delle proprie truppe dalla Crimea, ormai nelle mani delle milizie filorusse dopo il voto con cui è stata sancita l’adesione al Cremlino. La decisione è stata presa dopo la caduta di un’altra base ucraina in Crimea ed è stata annunciata dall’attuale presidente ad acta Oleksandr Turchynov. Il vice premier della Crimea Rustam Temirgaliyev, vicino alle posizioni di Mosca, ha detto all’agenzia RIA NOVOSTI, che “tutti i soldati ucraini sono passati dalla parte della Russia oppure hanno lasciato il territorio della Crimea”.
Secondo quanto hanno riferito gli USA, il comando militare russo ormai avrebbe “il totale controllo operativo” sulla Crimea. Sarebbero presenti, a parte le forze armate a terra, 6000 paracadutisti e marini e “ulteriori rinforzi si stanno avvicinando”.
L’annessione della Crimea da parte della Russia ha “seriamente danneggiato” il Memorandum di Budapest del 1994, con il quale l’Ucraina aveva consegnato il proprio armamento nucleare in cambio della garanzia di sovranità da parte delle potenze occidentali e di Mosca. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, parlando all’Aia al summit sulla sicurezza nucleare al quale partecipano 53 capi di stato di tutto il mondo, incluso il presidente americano Barack Obama. “Questo”, ha aggiunto Ban Ki-moon, “non deve servire come scusa per tornare alla proliferazione di armi nucleari, che fanno crescere solo insicurezza e isolamento”.