Il segretario generale dell’Onu, Ban ki-moon, ha previsto di organizzare “una riunione di alto livello” sulla crisi migratoria il 30 settembre prossimo
Le Nazioni unite sono pronte a fornire la necessaria cornice legale internazionale a una nuova fase della missione europea Eunavfor Med per il contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo.
L’idea dell’Onu è proprio quella di fornire ai Paesi europei la legittimità internazionale necessaria per agire in alto mare, prima dell’inizio della terza fase della missione, quella del contrasto ai trafficanti di esseri umani in acque territoriali libiche e lungo la costa. Operazione che necessità preventivamente di due condizioni imprescindibili: la formazione di un governo di unità nazionale in Libia e la richiesta da parte di quest’ultimo di un intervento dell’Onu, che dovrebbe autorizzare la missione attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza.
Con l’inizio della fase 2 dell’operazione, gli europei sarebbero autorizzati ad abbordare, ispezionare e sequestrare navi sospette in acque internazionali. Nel caso in cui dovessero trovarsi migranti a bordo, saranno salvati e trasportati in Italia, dove verranno eventualmente esaminate le loro richieste di asilo. A loro volta, i barconi saranno distrutti o resi inutilizzabili e i trafficanti di esseri umani perseguiti dalla legge. Nella fase 3, infine, ottenuto il via libera del Paese costiero interessato e delle Nazioni unite, potranno essere adottate tutte le misure necessarie nei confronti delle imbarcazioni e dei trafficanti nella acque territoriali e lungo le coste.
La proposta è al momento in discussione presso i cinque Stati membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu (Regno unito promotore della bozza per conto anche dell’Italia, Stati uniti, Francia, Russia, Cina) e dai Paesi europei interessati. Secondo l’ambasciatore russo Vitaly Churkin, che presiede il Consiglio nel mese di settembre, si tratta di una bozza “più limitata” di quella prevista in origine e anche per questo “potrebbe” essere adottata entro la fine di settembre. “Speriamo di poterlo fare entro le prossime due settimane, prima dell’Assemblea generale dell’Onu”, ha confermato il diplomatico russo.
Nuova tragedia in mare
Mentre va avanti, incessantemente, l’afflusso dei migranti verso il Nord e l’Est dell’Europa, c’è stata un’altra tragedia in mare: almeno 34 persone, fra cui 4 neonati e 11 bambini, sono morti annegati nelle acque dell’Egeo per il naufragio dell’imbarcazione su cui erano stipati. La barca, secondo la guardia costiera greca, è affondata a 15 chilometri dalle coste turche.
Intanto, in vista del cruciale vertice di Bruxelles dei ministri degli Interni dei paesi dell’Ue sul tema della ripartizione dei rifugiati, la Germania ha annunciato un cambiamento di linea: ha deciso di reintrodurre provvisoriamente i controlli alla frontiera con l’Austria, precisando di non volersi sottrarre alle sue responsabilità umanitarie ma che, vista l’enorme affluenza dei profughi in arrivo, occorre che vengano distribuiti in tutta Europa.
In Ungheria si è registrato un numero record di migranti entrati nel Paese: domenica scorsa sono stati 5.809, ha annunciato la polizia. E dal 15 settembre Budapest intende rendere ermetica la frontiera con la Serbia. Chi tenterà di varcare la barriera eretta sul confine, potrà essere punito con una pena detentiva.
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Marcia degli scalzi a Palermo
Migliaia di persone hanno preso parte la settimana scorsa alla Marcia degli scalzi a Palermo.
“Per un’Europa senza muri”, la manifestazione di solidarietà nei confronti dei migranti di tutte le nazioni, nata dall’appello internazionale lanciato da un gruppo di artisti alla Mostra internazionale di Venezia e promossa dal Forum Antirazzista.
“Questo è un modo per ricordare i piedi nudi e dolenti e gli occhi tristi e impauriti di chi sbarca nel porto di Palermo come negli altri porti dopo aver attraversato terribili esperienze – ha detto il sindaco Leoluca Orlando -. Siamo in presenza di un vero e proprio genocidio. Le istituzioni europee e internazionali verranno chiamate responsabili di un genocidio, così come dopo 70 anni la storia considera ancora oggi italiani e tedeschi responsabili dei genocidio nazifascista”.
“Quando ascolto le storie dei migranti che arrivano a Palermo – ha proseguito Orlando -, mi sembra di ascoltare le storie dei sopravvissuti ai campi di concentramento di Dachau e di Auschwitz. Siamo qui per dire, che con la Carta di Palermo bisogna abolire il permesso di soggiorno e che la mobilità internazionale è un diritto umano inviolabile. Nessuno – ha concluso – può essere condannato a morte nel luogo in cui padre e madre hanno deciso che nascesse. Basta quote, basta distinzione tra migranti economici e richiedenti asilo. Questo non è un movimento isterico, ma è l’esercizio di un diritto umano inviolabile”.