Faceva propaganda per l’Isis: “sgozzare gli infedeli”
Si chiama Hussein Abs Hamir, ha 29 anni ed è un richiedente asilo di origine irachena arrestato a Crotone, in Calabria, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere. L’uomo è stato portato agli arresti dalla Digos di Crotone dopo una complessa indagine coordinata dalla Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri.
Ospite del Centro Sprar di Crotone, l’uomo è stato scoperto mentre più volte ha cercato di incoraggiare gli altri ospiti del centro a entrare nell’organizzazione dello Stato islamico e a effettuare atti violenti con finalità terroristiche. Tra le frasi incriminate, una non lascia sospetti: “Agli infedeli andrebbe tagliata la gola”. Pare addirittura che il 29enne avrebbe minacciato gli altri ospiti del centro, arrivando a puntare il coltello alla gola a un’altra persona perché “aveva manifestato disprezzo verso l’Isis”. “Siamo dovuti intervenire perché abbiamo ritenuto concreto il rischio di una fuga. Temevamo, come è già successo, che il soggetto lasciasse la Calabria per compiere un attacco terroristico”, ha spiegato il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri.
“Lo abbiamo visto esultare per l’attentato di Manchester il 22 maggio. La sua radicalizzazione era diventata sempre più pericolosa”, ha confermato Gratteri nel corso della conferenza stampa, ma in particolare sono state alcune conversazioni a far scattare l’allarme: alla sorella per esempio spiegava che non era necessario andare in Iraq o Siria per prendere parte al jihad, ma che poteva rimanere in Italia per “redimere gli infedeli” a cui, ripeteva, andava “tagliata la gola”. “Qui ho il controllo di una moschea, parlo davanti ad altre persone…” si sente in un’intercettazione, e sempre in una conversazione l’indagato riferisce di aver parlato all’interno della moschea specificando di aver “parlato bene” dello Stato Islamico, vantando il fatto che, alla sua predica, sarebbero stati presenti l’imam e un gruppo di fedeli che sono rimasti ad ascoltarlo sino al termine del suo intervento. In più occasioni il 29enne iracheno fa riferimento al suo peso all’interno della moschea di Crotone, nella quale è solito recarsi con frequenza settimanale, in occasione della preghiera del venerdì. Hussien non manca di evidenziare il suo dissenso nei confronti dell’imam della città calabrese colpevole, a suo parere, di essere troppo moderato.
Inoltre l’uomo che si era fatto notare come “persona potenzialmente violenta e fortemente incline alle attività criminali”, come ha specificato in conferenza stampa Gratteri, avrebbe esultato dopo l’attentato di Manchester, quello che al concerto di Ariana Grande ha provocato la morte di 23 adolescenti. Sempre nel corso della conferenza stampa, gli inquirenti hanno specificato che Hamir era andato a Roma lo scorso 22 marzo allo scopo di testare il livello di allarme che poteva creare: in una telefonata intercettata dagli agenti della Digos, aveva raccontato di essere stato fermato più volte per le vie della Capitale mentre camminava con la barba lunga e una busta di plastica di mano.
Il suo obiettivo, ha riferito sempre nel corso di quella telefonata, era creare allarme in un momento di grande tensione per via dei numerosi attentati terroristici.
Devoto agli insegnamenti di morte dell’ideologo Mullah Krekar, fra i creatori dello Stato Islamico nel Kurdistan iracheno, Hussien Abss Hamyar postava regolarmente su facebook filmati sull’Isis con commenti che lasciano poco spazio alla fantasia: “L’Isis è buono, l’Isis per me è Dio” oppure commenti in cui esaltava “la giustizia del Califfato”. Inoltre frequentava anche diversi siti jihadisti, visionava i video del mullah Krekar, interveniva nelle chat. Per gli inquirenti la sua attività di proselitismo è da ritenere “concretamente pericolosa, perché in grado realmente di sollecitare nei destinatari l’adesione all’associazione terroristica, attraverso il passaggio dalle intenzioni alla reale condivisione”.
La sua missione, infatti, era quella di reclutare “soldati del califfo” fra gli ospiti del piccolo Sprar di San Nicola dell’Alto, paesino di meno di mille abitanti nella provincia di Crotone dove era in attesa dell’esame della richiesta di asilo politico, presentata in Italia, dopo aver tentato la medesima trafila in Norvegia nel 2008, in Finlandia nel 2009, in Germania nel giugno 2010 e, infine, in Danimarca nel novembre 2010.
“La nostra Polizia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha svolto un ottimo lavoro – ha sottolineato in una nota il Ministro dell’Interno Minniti – a conferma che il sistema di prevenzione e sicurezza sta funzionando. Si tratta di un successo investigativo molto importante che fa seguito ad un lungo lavoro di indagine condotto con grande professionalità”.
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foto: Ansa