Il meccanismo del Festival
Ricalcherà quello dello scorso anno. L’unica variante ci sarà il venerdì, dedicato alle cover, quando verranno comunicate le ultime 5 canzoni in gara. Una, grazie al televoto, sarà ripescata per la finale di sabato.
La sicurezza:
Festival blindatissimo
Un’attenzione particolare, dopo i fatti di Parigi, sarà posta sulla sicurezza: controlli con i metal detector a campione nelle zone di accesso al Teatro Ariston, biglietti nominali e controlli documentali sempre all’ingresso dell’Ariston ma anche un maggior numero di unità operative delle forze dell’ordine, in divisa e in borghese con l’ausilio di unità cinofile anti-sabotaggio. E poi, no fly zone per elicotteri e droni nel recinto del Teatro Ariston e controlli territoriali sempre più serrati.
La nota stonata: i costi
I costi della 66a edizione del festival toccano la soglia di 16 milioni, sono in linea con quelli del 2015, e le spese sarebbero ripartite nel seguente modo: 5 milioni ‘fissi’ per la Convenzione Rai – Comune di Sanremo per l’uso del ‘nome’; 8 milioni “per la rete” e 3 mln di produzione tv “comprensiva dei costi industriali”. Si confermerebbe, quindi, il risparmio sulle ultime due edizioni di Fazio (20 mln e 18 mln). Si vocifera un cachet di 550.000 euro per Carlo Conti, non confermato, con cifre ben inferiori per Gabriel Garko, Virginia Raffaele e Madalina Ghenea per i quali la cifra media si aggirerebbe sui 70-100 mila euro a testa. Non si sa assolutamente nulla sugli ospiti internazionali. Il saldo positivo previsto da quest’anno è di 4 milioni.
Per il pubblico che vuole assistere la kermesse musicale al Teatro Ariston, il posto a sedere più caro è quello in platea (settore unico) della serata finale, che costa 660 euro. Lo stesso posto costa invece 180 euro, per sera, nelle prime quattro date. Assistere alla finale dalla galleria costa 320 euro contro i 100 di ciascuna delle prime quattro serate. Gli abbonamenti in prevendita, per la sola galleria al prezzo, costano di 672 euro.