La Nasa ha detto che gli strumenti funzionano alla perfezione e che dopo il suolo si passerà ad analizzare le rocce
Nell’’800 l’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, osservando Marte al telescopio, scoprì dei “canali”. La descrizione che ne fece generò un equivoco. Si disse: se ci sono dei canali, vuol dire che qualcuno li ha costruiti. In realtà, Schiaparelli parlava di canali naturali, mentre l’equivoco fu che si pensò a canali artificiali. Nacque così l’ipotesi dell’esistenza di marziani sul pianeta rosso. L’equivoco fu portato alle sue estreme conseguenze nel secolo scorso, quando si osservarono delle gigantesche figure umane sul suolo marziano. Si ipotizzò che erano state disegnate dai marziani per mostrare ad eventuali osservatori di altri mondi come erano i marziani, simili a noi. Si scoprì in seguito che quella figura umana altro non era che un riflesso della luce solare su montagne e crateri marziani. Bastano questi due episodi per far capire come la ricerca della vita su Marte non sia nata per caso e ancora continua, anche perché tra tutti i pianeti del sistema solare Marte è il più simile alla Terra.
Attualmente la sonda Curiosity sta lavorando su Marte per cercare tracce di vita. Il robot funziona e questo è un vanto della scienza e della tecnologia statunitense, ma se questo è un successo, non altrettanto lo è la ricerca della vita. Anzi, la Nasa ha diramato un comunicato in cui si ammette che “non ci sono elementi che possano indicare in maniera chiara la presenza di materiali organici su Marte, ma continueremo le analisi nei diversi ambienti del cratere di Gale”.
Dunque, niente vita, almeno fino ad ora. Le sostanze finora scoperte sono cloro e zolfo, che costituiscono il 10% dei campioni analizzati. Sono state anche scoperte alcune molecole di acqua e materiali vitrei tipici di emissioni vulcaniche. Questi materiali sono presenti in concentrazioni molto basse e sotto forma di frammenti di isotopi. Per di più alcune molecole di acqua non significa che ci siano tracce di bagnato. Tuttavia, non si tratta di un risultato definitivo. Tutto è ancora possibile. Resta il fatto che è piuttosto una conclusione interlocutoria. L’ultima fase dell’esplorazione e della sperimentazione riguarderà il materiale roccioso, che verrà analizzato dopo la trivellazione che verrà effettuata da un braccio meccanico di “rover”. Gli scienziati stanno cercando di conoscere con esattezza informazioni sulla radioattività su Marte, per capire se saranno possibili eventuali viaggi con la creazione di stazioni spaziali. Per fare questo, è necessario, appunto, verificare se le condizioni di vita saranno accettabili. In altre parole, ci si pone la domanda se gli uomini potranno stazionare su Marte o no. Gl’interrogativi sono tanti e bisognerà dare una risposta ai dubbi. Ad esempio, la temperatura. Quella media è di meno 63 gradi, ma per il resto oscilla tra meno 140 a più 20 gradi. Ciò che preoccupa non sono i più 20, ma i meno 140. Si tratta di condizioni estreme, comunque superabili, anche perché l’uomo su Marte non se ne andrebbe a spasso, ma dovrebbe vivere in apposite stazione adattate a tutti gli elementi e alle condizioni in cui e di cui l’uomo ha bisogno. La distanza dal Sole, tanto per citare una piccola difficoltà, varia da 56 milioni di km a circa 400 milioni.
Oggi non sarebbe fattibile un viaggio con uomini a bordo e uomini in stazioni spaziali su Marte, ma forse in un futuro più o meno a media distanza gli ostacoli potrebbero facilmente essere superati.
1 commento
secondo me gli alieni esistono è impossibile che in tutto il nostro universo non ci sono altre forme di vita 😉