301 milioni di euro per il peacekeeping, 38,5 per la cooperazione
Il decreto di proroga delle missioni internazionali convertito definitivamente in legge dal Senato stanzia 301’170’028 euro per il rifinanziamento delle missioni internazionali nell’ultimo trimestre del 2015 (primo ottobre-31 dicembre) e sempre per lo stesso trimestre 38’500’000 euro per la cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo.
Secondo Askanews la novità di maggiore rilievo rispetto al testo originario approvato dal Governo è stata l’introduzione da parte della Camera, all’indomani delle stragi di Parigi, delle “Disposizioni in materia di intelligence” previste dall’art.7bis, che attribuisce ai servizi segreti la possibilità di cooperare con “assetti della difesa” per interventi in situazioni “di crisi o di emergenza all’estero che coinvolgano aspetti di sicurezza nazionale o per la protezione di cittadini italiani all’estero”. Di fatto, il testo aggiunto estende le garanzie legali previste per gli operatori dell’intelligence ai militari impegnati in azioni coordinate dai servizi in aree di crisi all’estero.
La spesa più alta è prevista per la partecipazione di personale militare alle attività della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (64’987’552 euro) seguita dalla missione in Afghanistan (58’617’770 euro). La prima impegna 750 uomini (fino al 30 settembre erano 525), la seconda 834 (quasi duecento in più rispetto ai 630 dei primi nove mesi dell’anno). I finanziamenti delle missioni hanno quasi tutti il segno più tranne la missione Active Endevour nel Mediterraneo attivata dopo l’11 settembre per monitorare il flusso del traffico delle merci via mare, quella in Albania e nei Balcani, quelli per la Croce Rossa in Medio Oriente e quelli per l’addestramento delle forze di sicurezza palestinesi.
Lo stanziamento di 38’500’000 euro per la cooperazione internazionale è finalizzato ad iniziative di cooperazione per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati e per il sostegno alla ricostruzione civile, in Afghanistan, Etiopia, Repubblica centrafricana, Iraq, Libia, Mali, Niger, Myanmar, Pakistan, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Yemen e Palestina, e, in relazione all’assistenza ai rifugiati nei paesi limitrofi.
Le critiche
Secondo quanto riporta l’agenzia stampa 9colonne, la Lega Nord ha denunciato in aula le ambiguità della Nato e il doppio gioco della Turchia, rilevando che soltanto la Russia sta combattendo apertamente il terrorismo in Medio Oriente. Ha auspicato infine la sospensione di Schengen e la revoca delle sanzioni contro la Federazione russa. Per Sel invece le operazioni in Iraq e in Afghanistan hanno avuto effetti disastrosi, aumentando l’instabilità e rafforzando il terrorismo; contrario agli interventi militari anche M5S, che ha posto l’accento sulla mancanza di una strategia chiara e sulla dispersione delle risorse in operazioni inutili o dannose.
Le missioni in Europa
25’602’210 euro per le missioni nei Balcani (542 i militari)
69’466 euro per la missione ALTHEA dell’Unione Europea in Bosnia-Erzegovina (5 militari) 1’309’645 euro per i programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania (48 militari)
339’840 euro per la missione EULEX Kosovo e 16’640 euro per la missione UNMIK sempre in Kosovo (24 uomini in tutto)
66’961 di euro per la riattivazione della partecipazione di personale militare alla missione UNFICYP delle Nazioni Unite a Cipro (4 militari)
Fonte dati: Askanews