Secondo le stime ufficiali pubblicate nei giorni scorsi sui giornali in Italia le persone che si drogano sono 300 mila, di cui 172 mila fanno uso di cocaina.
È molto probabile che si tratti di stime per difetto, visto che si è abbassata l’età dei giovani che hanno fatto esperienza di droghe leggere e che perfino le scuole sono diventate luoghi di spaccio.
Che si tratti di droga o di alcol o di fumo, è innegabile che la loro diffusione sia in buona parte dovuta ad atteggiamenti permissivi, troppo permissivi, da parte di genitori, educatori e istituzioni. I divieti, si dice, non hanno mai ottenuto gli effetti sperati, ma è un fatto che i risultati del permissivismo sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Che sia a casa come a scuola chi aveva il potere decisionale per decenni ha ridotto la libertà a diritto di fare ciò che si vuole, mentre è chiaro che la libertà va sempre coniugata con la responsabilità.
L’intervista rilasciata al mensile Max da parte di un idolo dei giovani come è il cantante Morgan, che di fatto ha pubblicamente magnificato il potere taumaturgico della cocaina, rappresenta un passo falso di cui il primo ad esserne stato consapevole è lo stesso artista quando ha detto “sono contro le dichiarazioni rilasciate dal personaggio Morgan, dal quale prendo le distanze”.
Essendo un personaggio nel quale s’identificano centinaia di migliaia di giovani, se non fosse stato escluso da Sanremo il messaggio che sarebbe giunto al pubblico giovanile sarebbe stato che drogarsi fa bene e che la droga è una buona terapia contro i problemi che inevitabilmente ciascuno prima o poi incontra nella vita.
Marco Castoldi – il vero nome del cantante – è libero di trasgredire le leggi e se ne assume personalmente le conseguenze, ma come personaggio dello spettacolo non ha nessun diritto di lanciare messaggi così pericolosi a giovani che, identificandosi in lui, potrebbero imitarlo e a farlo potrebbero essere proprio i suoi fan in un momento difficile della loro vita.
I “cattivi maestri” negli anni Settanta e anche oltre hanno già fatto molti danni, spingendo molti giovani alla lotta armata, tanto che non si avverte certo la necessità di altri cattivi insegnamenti. D’altra parte, non hanno fatto bella figura coloro che hanno lasciato intendere che doveva essere escluso dalla gara ma non dal palcoscenico di Sanremo, o coloro che lo hanno invitato in tv facendone un eroe, quasi a dire che i cattivi messaggi in qualche modo pagano sempre.
A nostro avviso lo stesso Morgan ha capito ciò che molti altri, sostenitori compresi, non hanno capito e cioè che ci sono le regole e che esse vanno rispettate fino a pagarne le conseguenze. Ha dichiarato: “Sono vittima di me stesso e dei miei errori. Sono pronto a subirne le conseguenze. Se la Rai ha deciso di non farmi andare a Sanremo lo accetto”. Questo atteggiamento lo ha riscattato del passo falso commesso certamente per leggerezza e da cattivo maestro è diventato un eroe positivo, per sé e per il suo pubblico.