Si ritroveranno il 5 giugno a San Gallo, dopo 50 anni dalla maturità oltre 50 ex alunni dell’Istituto Rosenberg
Ma che ci fa un ragazzino romano con uno svizzero, un turco ed un tailandese in una camera sconosciuta? Dove sono la mia scrivania, la mia coperta a quadri, i miei posters alle pareti della mia camera romana?
Questa è stata la mia reazione svegliandomi, il 15 settembre 1955, dopo la prima notte in collegio. Un grande senso di spaesamento, una dimensione irreale,una perdita di riferimenti. Oddio, ma dove sono? Dov’è la mia vecchia scuola, gli amici, le feste con le prime ragazzine, la gelateria dove si andava con i compagni di scuola, il cinema del sabato pomeriggio, le lunghe dormite della domenica mattina. Sono qui con tanti stranieri intorno, molti non parlano la mia lingua, sarà duro sopravvivere.
No, è stato semplicemente fantastico. Una dimensione diversa, un mondo nuovo, una sensazione di familiarità che aumentava giorno dopo giorno fino ad arrivare ad un sistema di vita nuovo, stimolante, divertente. Dove studiare era più facile,il contatto con i professori continuo e impostato sulla fiducia e la consapevolezza di essere seguiti con passione ed amore, i compagni di collegio simpatici, cosmopoliti, l’apprendimento delle lingue facile
..Si stava bene al Rosenberg. Ma se si stava tanto bene perchè non ritrovarci per una operazione diciamo un po’ nostalgica, ma ricca di valori, magari un po’ alla Cuore, ma per lo meno sincera e sentita.
Non è stato facile ritrovarsi dopo tanto tempo. Amicizie nate sui banchi di scuola spesso svanite, dimenticate o semplicemente trascurate per affrontare la vita che, purtroppo, ha allontanato tutti noi da quei momenti indimenticabili passati insieme.Eppure è bastata un po’ di volontà, caparbietà nel ricercarci ed è avvenuto il miracolo.
L’idea di rincontrarci ha certamente rievocato in tutti noi ricordi bellissimi, curiosità di sapere cosa era divenuto della nostra vita; ci siamo lasciati ragazzi e ci ritroviamo adulti, padri, madri, nonni.
Ma lo spirito del collegio è superiore a quello delle scuole normali, vivere in simbiosi per mesi, dividere le camere, i pasti, le libere uscite, le conoscenze di ragazzi di diverse nazioni ha certamente contribuito a lasciare nella nostra memoria un angolino riservato e incancellabile.
Da ragazzi andare in collegio ci sembrava una punizione, un allontanamento dalla famiglia, dalle amicizie delle nostre città, dalle nostre abitudini, insomma uno sradicamento traumatico.
Poi, dopo qualche giorno, l’atmosfera che si respirava al Rosenberg ci rendeva partecipi di una vita completamente diversa, si intrecciavano amicizie, si conviveva con i professori con i quali i rapporti perdevano quel distacco, freddezza, timore ai quali eravamo abituati nelle scuole precedentemente frequentate. Ragazzi e professori condividevano tutto, la loro presenza era continua ma mai pesante, ci si confidava, lo studio diventava più leggero affiancati da insegnanti sensibili e dedicati. Insomma un modo diverso di affrontare lo studio.
Qualche tempo fa, dopo averne discusso anche con Luigi Apuzzo, Giovanni Sambucci, ci siamo recati dalla D.ssa Schmidt (Direttrice del collegio) e dalla D.ssa Cafagna (Preside della sezione italiana) e abbiamo proposto questo raduno; pensavamo ad un semplice incontro di una ventina di persone e invece tra una e-mail e l’altra, ricerche su internet, passaparola ed altro ci ritroveremo, il prossimo 5 giugno, alle ore 10.30, in oltre 60.
Molti nostri amici non sono più con noi e li ricordiamo tutti con affetto, ma chi verrà ritroverà quell’atmosfera che ci univa in quegli anni. Il Rosenberg è sempre uguale nello spirito, nella capacità di aggregare ragazzi e ragazze di ogni nazione, è migliorato nelle strutture, più moderne, belle e confortevoli, con servizi che ai nostri tempi non ci sognavamo e che in fondo ci fa rimpiangere un po’ di essere nati troppo presto!
Ci piacerebbe raccontare la storia di ognuno di noi, ce ne sono di interessanti, di successo, avventurose, ma sarebbe un elenco lunghissimo impossibile da pubblicare salvo intervistare uno per uno.
Tra noi ci sono imprenditori e professionisti di successo, molti anche in pensione ma tutti rimasti con quello spirito che ci distingueva a quei tempi.
Il Rosenberg non è stato solo un liceo ma una scuola di vita, abbiamo imparato le lingue, abbiamo allargato i nostri orizzonti, ci siamo confrontati con culture diverse che hanno fatto di noi persone più aperte, più preparate ad affrontare la vita e il lavoro e per tutto questo un pensiero grato va ai nostri genitori che hanno guardato avanti e ci hanno garantito un futuro migliore.
Non ci dimentichiamo di quanto abbiamo fatto, le uscite a San Gallo con un senso di libertà indefinibile (specie se le uscite erano rubate e si tornava con un po’ di batticuore nel timore di essere scoperti), gli impegni sportivi con i ragazzi di altre nazioni, i Wandertage, la corte spietata fatta alle poche ragazze che frequentavano il collegio (oggi sono tante, ahimè per noi!), le colazioni in camera con il cibo portato dalla mensa, le sigarette fumate di nascosto, il coro di Natale, il ballo annuale, la festa di San Niklaus, insomma una vita tutto sommato divertente e piena di continue sorprese e piaceri che visti con gli occhi di oggi altro non erano che veniali peccatucci.
Anche San Gallo è cambiata, più grande, moderna, sono spariti alcuni nostri luoghi di ritrovo (il City Bar, il Trischli) rimane però il Seeger bar, dove ci ritrovavamo spesso, il Walhalla dove alloggiavano i nostri genitori quando venivano a trovarci, ma comunque sempre una bella città, accogliente e calda.
In fondo siamo rimasti dei nostalgici e questo incontro rinsalderà tanti legami e farà ritrovare tante amicizie sopite.
Grazie Rosenberg
Grazie San Gallo
Umberto Galli Zugaro