Gentile Redazione,
sono un’italiana venuta in Svizzera a cercar lavoro da un paio di anni. Il lavoro l’ho trovato. Nonostante la nostalgia di casa sono contenta. Mi sono recata a Berna al consolato per dei documenti. Sono rimasta di stucco per la situazione che ho trovato: sono arrivata all’una e mezza ma il consolato apriva alle tre e mezza. Sono rimasta fuori ad aspettare. Nel frattempo ho visto uscire quelli che lavorano nel consolato per andare a mangiare. Sono tornati poco prima dell’apertura.
Sono entrata. Negli uffici non c’era quasi nessuno. Di fronte alle mie richieste mi è stato detto che c’era da aspettare un mese. Ho chiesto come mai, visto che non c’era gente. Mi è stato risposto che sono in pochi e hanno tanto lavoro. Io sono dovuta emigrare per trovare un lavoro. Da parte del consolato mi sarei aspettata una maggiore collaborazione. Trovando una copia del vostro giornale e ho deciso di scrivervi. Forse anche perché mi sembra siate una redazione al femminile. Non so se avete una rubrica tipo “lettere al direttore”, in questo caso gradirei che pubblicaste la mia lettera. Se poi voi che vivete qui da tanto o siete nati qui avete dei commenti o pareri su questa situazione mi piacerebbe conoscerli.
Grazie
Cordialità
Francesca