È morta all’età di 73 anni l’attrice cult del cinema erotico e dei film d’autore degli anni ’70 e ’80
Bella e voluttuosa, sensuale e spregiudicata con il volto da angelo e le forme peccaminose. È così che Laura Antonelli si presenta nell’immaginario collettivo di tutti quando si pensa all’attrice nel pieno del suo successo. In quel decennio tra gli anni ’70 e ’80 dove con audacia si imponeva con il suo ruolo di sexy symbol grazie a pellicole erotiche come “Le malizie di Venere” di Massimo Dallamano, “Il merlo maschio” di Pasquale Festa Campanile, ma il vero successo arrivò nel ’73 grazie al ruolo della cameriera di “Malizia”, la pellicola di Salvatore Samperi. Questo film la consacra come icona erotica del cinema italiano, icona sexy e sogno erotico degli italiani. Il film per quei tempi fu una e vera e propria bomba con sei miliardi d’incasso quando il biglietto del cinema costava mille lire e per il quale l’attrice fu premiata con Nastro d’Argento come migliore attrice protagonista e Globo d’oro come miglior attrice rivelazione. Laura Antonelli, all’anagrafe Antonaz nasce a Pola, attuale Croazia, nel 1941: ebbe un’infanzia da profuga. Con la sua famiglia fece parte dell’esodo dei 300 mila istriani che fuggirono dalla ex Jugoslavia per trovare riparo in Italia. Dopo il diploma a Napoli si trasferisce con la famiglia a Roma dove inizia la sua carriera di attrice che esplode negli anni ’70 e ’80. La giovane e bellissima Laura recita in fortunate commedie d’autore come “Sessomatto” di Dino Risi, “Mio Dio come sono caduta in basso” di Luigi Comencini, “Gran bollito” di Mauro Bolognini, “Passione d’amore ” di Ettore Scola. Si è cimentata con Moliere, nelle riduzioni farsesche del ‘Malato immaginario’ e dell”Avaro’, accanto ad Alberto Sordi e ha recitato poi in “Trappola per un lupo” di Claude Chabrol a fianco di Jean Paul Belmondo con il quale visse una relazione struggente e tormentata fatta di passione e litigi. «È con profonda tristezza che ho appreso della morte di Laura Antonelli. Laura fu per me prima di tutto una compagna adorabile, dallo charme eccezionale» ha dichiarato l’82enne attore francese. «Fu anche una partner di grande qualità, che tutti apprezzavano sui set. Di lei voglio conservare solo questi meravigliosi ricordi».
La loro fu una delle storie d’amore più seguite dai gossip dell’epoca. Ma a tormentare la Antonelli non furono soltanto gli amori. Nel 1991 fu protagonista di una brutta e lunga vicenda giudiziaria a causa di diverse dosi di cocaina trovate nella sua villa di Cerveteri. La vicenda è lunga, ci vogliono nove anni prima che la donna ottenga l’assoluzione e il risarcimento da parte dello Stato, ma ormai l’Antonelli è allo sbando. È fortemente colpita dalla vicenda, è depressa, con una serie di relazioni fallita alle spalle. Le sue ultime immagini la ritraggono appesantita, triste, segnata dal tempo e dalle vicende umane e soprattutto sola. La solitudine ha segnato gli ultimi anni della sua vita. L’attrice, infatti, è stata trovata morta a causa di un infarto nella sua casa a Ladispoli, vicino a Roma. A dare l’allarme è stata la domestica che l’ha trovata per terra nella camera da pranzo. Come racconta l’assessore ai servizi sociali del Comune di Ladispoli Roberto Ussia, l’attrice ha lasciato scritto su un biglietto i nomi delle poche persone da chiamare in caso della sua morte: il fratello Claudio, l’attore Lino Banfi, l’ex attrice Claudia Koll e uno dei parroci di Ladispoli.
“Credo che i funerali non si potranno tenere prima di giovedì-venerdì – ha detto l’assessore – perché dobbiamo attendere l’arrivo del fratello Claudio che vive in Canada. La tutela legale del Comune (era stata interdetta ed i suoi tutori erano il sindaco di Ladispoli Crescenzo Palliotta e il suo avvocato Mario Paggi e dal 2009 era sotto tutela dei servizi sociali) decade nel momento della morte e quindi sarà il fratello a stabilire tempi e modi per l’ultimo saluto”.