Lo scorso fine settimana si è conclusa presso la Villa d’Este di Cernobbio, sulle rive del Lago di Como, la 47° edizione del Forum Economico The European House-Ambrosetti, uno dei più autorevoli convegni internazionali in calendario prima del WEF-World Economic Forum, quest’ultimo ancora previsto svolgersi il prossimo mese di gennaio nella città grigionese di Davos.
Tuttavia, se il WEF si caratterizza come sintesi programmatica del contesto economico mondiale, l’incontro di Cernobbio, che per la edizione 2021 ha avuto come tema “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”, è sembrato orientarsi ad una cronaca delle problematiche socio-economiche contemporanee.
Come in questi ultimi sofferti e problematici mesi ci siamo rassegnati ad assistere, spesso la comunicazione istituzionale, in particolare congressuale, si è giocoforza trovata costretta a regredire alla modalità digitale, privando i convegni di quel plusvalore di empatia ed attrattività che in passato li ha sempre contraddistinti.
Pur alternando presenza fisica e connessione da remoto, anche la edizione 2021 del Forum di The European House-Ambrosetti ha comunque preservato la sua autorevolezza.
Lo ha riconosciuto il Presidente Russo Vladimir Putin nella sua videoconferenza: considerando la attuale “presidenza italiana del G20, il gruppo delle maggiori economie mondiali, le analisi e le ricerche del Forum di Cernobbio assumono una importanza particolare”, e diventano una occasione di incontro per l’esame “delle maggiori sfide contemporanee”, in un contesto storico turbato da complessità non solo epidemiologiche.
È dunque toccato a Valerio de Molli, Managing Partner ed Amministratore Delegato di The European House-Ambrosetti presentare ai media internazionali un dettagliato esame delle prospettive socio-economiche che ci attendono.
“Il biennio 2020-2021” ha esordito de Molli, “registra la più profonda crisi mai vissuta dalla nostra generazione: il Prodotto Interno Lordo-PIL, la redditività delle economie mondiali, è stato 32 volte peggiore della ultima crisi che abbiamo vissuto. L’8.9% di contrazione del PIL italiano è stato il 4o peggiore dei 150 anni di storia della Repubblica, preceduto solo dal triennio della 2° Guerra Mondiale”.
Alle emergenze sociali si sono inoltre aggiunte quelle finanziarie, mettendo a rischio la stabilità economica su scala planetaria.
“Nel 2020 in Italia si sono persi 450mila posti di lavoro, con una netta prevalenza della disoccupazione femminile”.
A questa asimmetria intende rimediare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR che il governo di Mario Draghi realizzerà anche grazie ai sussidi economici previsti dalla Unione Europea.
Valerio de Molli ha poi proseguito, presentando la edizione 2021 del Global Attractiveness Index allestito dagli esperti di The European House-Ambrosetti.
Si tratta di uno dei report più accurati e completi oggi disponibili sulle prospettive economiche del sistema-paese Italia.
In questo studio sono presenti le tradizionali quattro macro-aree esaminate sinora dagli studiosi, ovvero: apertura, innovazione, capacità ed efficienza del mercato nazionale. Da quest’anno The European House-Ambrosetti ha aggiunto variabili come gli indicatori delle diseguaglianze salariali tra generi e categorie di impiegati, le aspettative di crescita e la vocazione alla sostenibilità.
Questi vecchi e nuovi indici sono poi stati comparati ai valori della economia presa a riferimento: quella statunitense.
Da questo confronto innanzitutto appare che verso America del nord e regione Asia-Oceano Pacifico, ciascuna rispettivamente progredita dal 13% al 20% e dal 3% al 12%, l’Europa ha invece perso attrattività come destinazione di investimenti diretti, crollando dal 40% al 24%.
Il Continente Europeo, segnala il report di The European House-Ambrosetti, è infatti risultato una delle aree economicamente più colpite dalla crisi sanitaria, con una contrazione percentualmente doppia rispetto alla media mondiale: -6.5% contro -3.2%.
Per ritrovare note positive dobbiamo invece ampliare il raggio di esame agli ultimi 5 anni: nel periodo compreso tra 2017 ed il 2021, ben 20 Paesi europei su 27 hanno incrementato la loro condizione o confermato stabilità a livello domestico.
Fortunatamente, consolidare la ripresa economica del nostro continente sono in arrivo i finanziamenti europei previsti dal programma Next Generation della Unione Europea-UE.
Questi sussidi apriranno importanti opportunità di rilancio, segnalano gli esperti di The European House: per le risorse finanziarie in campo, ma anche e soprattutto per gli ambiziosi programmi di riforme cui gli accrediti sono condizionati.
Anche la macro-regione italiana rispecchia le osservazioni già espresse per i paesi UE.
Apparentemente indebolita dalla pandemia nel breve periodo, la vicina repubblica invece mostra un deciso recupero di competitività quando si considera il quinquennio 2017-2021.
Da questa prospettiva l’Italia torna infatti a superare di 3.93 punti la Germania, di 4.29 la Francia, e persino di 15.65 l’Olanda.
Elementi base della ripresa economica italiana si confermano la dinamicità, le aspettative di crescita, e la sostenibilità.
Inevitabile, proseguono gli studiosi, ricordare anche l’ostacolo che impedisce al paese di ottenere un punteggio migliore.
Sotto accusa è il mercato del lavoro, che deve essere reso più’ efficiente grazie ad un miglioramento della formazione post-universitaria, l’introduzione di un salario minimo inteso come misura transitoria sino all’inizio dell’attività lavorativa, ed una rinnovata pianificazione di politiche industriali che superino l’attuale situazione emergenziale.
Innovazioni sono richieste anche agli altri partners economici del nostro continente.
Prima fra tutte: riprogrammare la logistica, privilegiando lo sviluppo delle catene di produzione del valore, le cosiddette filiere produttive, orientandole maggiormente ad un recupero delle capacità locali.
Questo permetterà di risolvere una serie di problematiche concomitanti, oltre che indesiderate: disoccupazione, contrazione del reddito globale da lavoro ed incremento delle disparità sociali.
Si tratta di fenomeni che nel solo 2020 hanno causato un aumento di 97 milioni delle persone che vivono in condizioni di povertà.
Insomma, avvertono gli esperti di The European House-Ambrosetti, reshoring, rifocalizzare la produzione su scala nazionale, diventa la parola d’ordine che permetterà quel riscatto, la resilienza e quel recupero socio-economico che tutti attendiamo.
Occupiamoci quindi di riorganizzare la produzione piuttosto che delocalizzarla, riattiviamo e mobilitiamo le eccellenze e le competenze che valorizzano ogni singolo paese e lo elevano, in una spirale virtuosa da critico a patrimonio da compartecipare insieme alla collettività internazionale.
Questo consentirà di superare anche le problematiche socio-epidemiche e commerciali che negli scorsi mesi confortate da limitanti visioni di convenienza economica, e giustificate da una enfatizzata visione domestica degli interessi nazionali.
Di questi pregiudizi, ricordiamolo, paradossalmente anche la emergenza sanitaria si è trovata a condividere gli effetti senza tuttavia esserne stata la causa.
di Andrea Grandi