Un precursore, un combattente, un verde progressista, un cittadino europeo del sogno federalista al servizio dei popoli dell’Unione
Provo una certa gelosia per Jean Quatremer, militante della causa europea e giornalista di Libèration. Mentre tanti suoi colleghi erano rimasti a Parigi nella speranza di poter intervistare Marine Le Pen impegnata nel lancio della campagna elettorale europea del suo movimento, anti unitario, razzista e xenofobo, lui non c’era. Era a Bruxelles, a fianco di Daniel Cohn Bendit, 70 anni passati e ben portati,in un momento particolare e un poco triste della sua storia politica. Annunciava il suo addio alla scena europea dopo quindici anni passati al parlamento dell’Unione. Ho qualche foto ingiallita con me. Sono accanto a lui , a Dany il rosso, a Montreuil o Saint Denis, forse a metà degli anni 90, nel lungo mio soggiorno parigino
( Che nostalgia,amici miei! ) a parlare di Europa, del suo avvenire.
Un folto pubblico assiste al dibattito, organizzato, per l’occasione, dai giovani socialisti,combattenti veri, della capitale. Acqua passata.
Lui, l’amico,è oggi a Bruxelles in quella che è stata la casa di quindici anni di impegno forte e appassionato al servizio di una grande idea.
Dany, all’annuncio dell’addio, é attorniato dai suoi amici pro europei di sempre: il vecchio ministro degli esteri tedesco, verde e di sinistra,Vert Joschka Fischer, l´anziano commissario europeo e ministro degli esteri italiano, Emma Bonino, lo scrittore algerino Mohammed Moulessehoul, detto Jasmina khadra e il vecchio commissario all’esclusione di Sarkozy, Martin Hirsch.
Disegnami l’Europa guardando ai messaggi visionari dei padri fondatori.
Disegnami l’Europa, ove le tante gloriose bandiere nazionali si stringono attorno alla nuova stellata bandiera europea da sembrare discesa dall’azzurro del cielo.
É lo slogan di Dany. Che se ne va da Bruxelles senza rinunciare ai suoi sogni di ragazzo militante e ribelle.
Durante questi istanti di gioia, tra amici europei, a Bruxelles,nella stessa ora, a Parigi, Marine Le Pen, figlia ed erede politica di quell’ odioso personaggio fascistoide e anti semita, parla al canale televisivo di Europe 1.
La ascoltano un milione di Francesi. Racconta di un incubo, il suo. L’incubo della mondializzazione, unito al suo rifiuto dell’Europa.
Sino a che livello di sofferenza ci porterà il fallimento dell’Unione?, urla la forsennata, denunciando la libera circolazione – presumiamo: anche quella delle idee – e chiedendo, nel contempo, l’abbandono dell’Euro, la perfida moneta dei tecnocrati annidati a Bruxelles e Francoforte sul Meno. Anti Euro,anti immigrazione,anti mondializzazione, il programma del fronte nazionale di Marine Le Pen ha il merito della chiarezza. A quattro settimane delle elezioni europee la sola sfida coerente dovrebbe opporre i Le Pen, i Salvini e Bossi,la greca alba dorata o i grillini italiani, ai democratici e progressisti europeie, ai verdi come Dany Cohn Bendit e i suoi tanti amici convenuti a salutarlo.
Sono militanti del tempo che fu, i radi capelli a sovrastare i visi scavati dall’erosione degli anni, e vivono nel loro mondo, quello del sogno federalista mai abbandonato nonostante la dura realtà dell’impresa. Preservano le loro figure tutelari: Valery Giscard d’Estaing, Helmut Schmidt, Jacques Delors, Altiero Spinelli. L’attualità li condanna alla difensiva, e la disoccupazione di massa mette a rischio le loro certezze di una Europa stabile e progredita. Possiamo sempre spiegare che l’Islanda, l’Estonia e l’Ungheria hanno conosciuto gravissime crisi senza essere nell’Euro. Che i tassi di interesse e quindi il costo del danaro,sono al più basso livello di sempre.
Che i fallimenti europei sono , anche e soprattutto, dovuti alle mancate riforme nazionali. Ma non sarà sufficiente e la riconquista della fiducia dei cittadini verso l’Unione europea sarà una battaglia di lungo respiro.
Dany, il carissimo amico che ha conservato la magia giovanile delle parole semplici ed efficaci, ha detto: Marine Le Pen parla di sovranità nazionale sapendo che essa non esiste più dopo la mondializzazione. Occorre dirlo a tutti i seminatori di odio : vendete ai cittadini delle nuvole nere portatrici di future tempeste. Sappiamo, oltretutto, di non essere soli. Al di là dell’oceano, un movimento protestatario, nato nell’autunno del 2011, occupava allora una spianata di Manhattan per opporsi al capitalismo finanziario che aveva portato gli Stati Uniti al limite di un clamoroso ed epocale fallimento simile a quello del 1929. Occupy Wall Street , il suo nome. la sinistra progressista americana , rialzava la testa a New York come in altre seicento città degli stati Uniti d’America. Dopo un periodo di annebbiamento, é ritornata a farsi sentire con un messaggio portatore di un nuova speranza : l’arrivo della grande sera che cambierà il mondo.
Quell’idea orizzontale che mette tutto il mondo sullo stesso piano. Che permette a ognuno di esprimere, alto e forte, un suo messaggio di eguaglianza, unità e fraternità universale.
Cominciamo noi in Europa. Impegniamoci affinché il 25 maggio europeo possa essere l’inizio di un nuovo cammino di libertà e unità solidale.