Trump minaccia dazi per tutti e passa all‘azione. Martedì prenderanno avvio i dazi del 25% per Canada e Messico e un aggiuntivo del 10% per la Cina, mentre sono previsti in aprile quelli per l‘Ue. E la Confederazione? Che conseguenze avranno le tariffe doganali USA sull‘economia svizzera? Per la responsabile del Dipartimento federale delle finanze a Karin Keller-Sutter “non ci saranno conseguenze”
Con Turmp alla Casa Bianca una delle parole più temute dal resto del mondo è “dazi”, ovvero le tariffe imposte sulle merci nei traffici mondiali. Non trascorre un giorno senza che il Presidente americano non usi la parola dazi con tono minaccioso e mettendo in allarme il Paese di turno.
In proposito non tarda ad arrivare la conferma dalla Casa Bianca, dopo la sua prima riunione con il gabinetto, Donald Trump ha infatti confermato l’intenzione di applicare dazi doganali del 25% sui prodotti provenienti dall’Unione Europea, che entreranno in vigore all’inizio di aprile, in linea con i dazi già previsti per Canada, Messico e Cina che saranno applicati già dal prossimo martedì.
Nelle sue dichiarazioni Trump non ha risparmiato i suoi commenti, per nulla diplomatici, nei confronti dei partner commerciali, in modo particolare l‘Europa la quale è stata accusata di “approfittarsi” degli Stati Uniti e di aver creato un sistema che, a suo dire, avrebbe danneggiato l’economia americana. “L’Unione Europea ci deruba, anzi è nata apertamente con quell’intento. E gli Stati Uniti sono adesso pronti a colpire il Vecchio Continente con un’offensiva a base di duri dazi del 25%, nell’auto ma anche “generali”, rivolti a tutti gli altri settori”. Inoltre su un punto particolare è stato chiaro sin da subito, nessuno sarà escluso da questo trattamento: “Se un Paese impone un dazio sugli Stati Uniti, faremo lo stesso”, riferendosi a una politica di dazi reciproci, che potrebbe coinvolgere anche l’Italia.
In Italia si guardano con molta preoccupazione le conseguenze economiche di eventuali tariffe doganali Usa, i settori che rischiano di subire ripercussioni dai dazi trumpiani non sono di poco conto e sono soprattutto quello agroalimentare, quello automobilistico e quello farmaceutico, oltre che dell‘acciaio, dell‘alluminio e della tecnologia.
Per non parlare delle implicazioni geopolitiche, i dazi di Trump potrebbero avere gravi ripercussioni economiche a livello mondiale con il Pil globale che potrebbe infatti ridursi fino al 7%, avendo un impatto economico negativo sia per l’Europa che per gli Stati Uniti.
Difronte queste intenzioni, l‘Ue è decisa a rispondere fermamente, non ha intenzione di soccombere alle minacce di Trump, così la portavoce della Commissione europea ha affermato che “l’Ue proteggerà sempre le aziende, i lavoratori e i consumatori europei dai dazi ingiustificati”. “L’Europa reagirà in modo fermo e immediato alle barriere ingiustificate al commercio libero ed equo, anche quando i dazi vengono utilizzati per contestare politiche legittime e non discriminatorie”.
Anche la Svizzera si trova a dover affrontare l‘argomento dei dazi americani ma si respira un‘aria meno tesa. È la responsabile del Dipartimento federale delle finanze a Karin Keller-Sutter, durante un incontro del G20 a Città del Capo, a rassicurare sulle conseguenze economiche della Confederazione. Keller-Sutter, infatti, si è detta “molto fiduciosa” che le misure di ritorsione che l’UE probabilmente adotterà contro gli Stati Uniti di Donald Trump non avranno ripercussioni sulla Svizzera. “Secondo le mie informazioni, non ci saranno conseguenze per la Svizzera”, ha dichiarato Keller-Sutter. Ma che ci sia un certo timore e anche un grande interesse si nota dal fatto che la Confederazione abbia intensificato notevolmente gli incontri con i rappresentanti dell’UE per assicurarsi che la Svizzera non sia coinvolta in una guerra commerciale per via delle richieste di Trump. Berna, dunque, rassicura che sta lavorando per essere risparmiata dalle ripercussioni economiche dovute alle introduzioni di tariffe doganali tra Ue e USA, ma a rassicurare l‘economia elvetica è anche il ministro delle Finanze polacco Andrzej Domanski, il cui Paese detiene la presidenza del Consiglio dell’UE, che ha specificato proprio che qualsiasi misura adottata da Bruxelles non avrà ripercussioni sulla Svizzera.
Redazione La Pagina