Il musicista ha chiarito subito che il suo tour “Anche se è un omaggio a mio padre e un modo per continuare a dialogare con lui, avrà sonorità diverse. Ho scelto dal suo repertorio i brani che per una ragione o per l’altra fanno parte anche della mia vita personale. Suonerò molto, racconterò qualche aneddoto.”
E di aneddoti ne ha raccontati tanti, partendo dai ricordi della sua infazia quando, a Savignone, piccolo paese dell’entroterra ligure, suo padre si ostinò a coltivare dei peperoni in un terreno dove era impossibile che crescessero: solo dopo tre anni riuscì a farne nascere uno lungo un indice che fu distrutto da Cristiano bambino che lo morsicò sulla punta creando un piccolo giallo intorno alla piantina.
“Papà era un genio e stargli vicino non è mai stato facile – continua il cantautore parlando del suo rapporto con il padre – Aveva una energia incredibile e ingestibile: disorientava. Dentro di se aveva il male di vivere che esprimeva attraverso la sua arte. Dagli 11 ai 18 anni l’ho visto pochissimo e la sua assenza per me è stata dolorosa ma ci siamo chiariti e avvicinati durante l’ultima tournée del 1998.
Cristiano è particolarmente legato alla canzone “Cose che dimentico”: ci racconta di come fece ascoltare una musica al padre e di come Fabrizio scrisse il testo e alle cinque del mattino chiamò il figlio per fargli ascoltare la canzone completa, dedicata ad un comune amico morto di Aids. “Decisi di presentare la canzone a Sanremo, ma la commissione esaminatrice la scartò. Papà, che non aveva mai voluto partecipare al Festival, ci rimase parecchio male.”
L’artista porta in scena la sua abilità di polistrumentista: durante le due ore di performance si alterna tra mandolino, pianoforte, violino, e le canzoni scorrono come “gocce di splendore”. Intervistato alla partenza del tour partito dalla Reggia di Venaria di Torino il 30 giugno scorso, diceva: “Sono fortunato e orgoglioso di essere figlio di Fabrizio De Andrè anche se per me costruire una mia identità artistica è stata davvero dura. Molti credono che non mi sia dato da fare più di tanto ma è vero il contrario: ho studiato al Conservatorio, ho suonato per anni nelle feste in piazza, ho fatto parte di un gruppo musicale come i Tempi Duri, sono arrivato secondo a Sanremo (1993 con Dietro la porta), ho vinto premi…insomma ho la mia storia, piccola, ma mia… mi sento però in credito. Diciamo il bilancio è buono a metà. Anche se qualcosa di buono credo di averlo già fatto, le cose migliori penso di doverle ancora scrivere…e questo mio ritorno in omaggio di papà è anche un ponte per il mio nuovo disco, a cui sto lavorando e che conto di presentare nel 2010”.
Scegliendo lo stesso mestiere del padre, all’inizio forse non aveva ben valutato i rischi di un confronto che inevitabilmente ci sarebbe stato. Oggi la sua scelta è consapevole. Del resto i De Andrè amano le sfide e Cristiano non si è smentito. Ora, dopo il grande successo della tournée estiva che ha attraversato l’Italia, l’artista può dire di avere vinto pienamente la sua sfida. Dopo cinque anni di assenza dalle scene per problemi di varia natura, ha dimostrato di essere uno straordinario esecutore e interprete in perfetta sintonia con la sua band, di avere talento innato e soprattutto la capacità a emozionarsi e di emozionare. Del resto era questo che cercava attraverso le tappe del tour: emozioni forti. E ne ha avute e ne ha date, senza dubbio.
Ogni sua data è stata un sold out, scandita da applausi e standin ovations, ma chi andava al concerto per ritrovare Fabrizio De Andrè ha incontrato e conosciuto Cristiano De Andrè che ha fuso con creatività e dolcezza l’esperienza sua e di suo padre facendo di due anime un’anima sola.
Forza e armonia: Cristiano ha trovato la formula per realizzae tutti i suoi sogni e regalarcene a piene mani, perchè crescere non significa rinunciarci ma impegnarsi a realizzarli. Si considera passionale, e se in passato ha avuto la fama di bello e dannato, oggi è un Principe in viaggio verso la sua Principessa, per inventare una favola da vivere.
Elisa Bindi
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook