Dopo la pubblicazione dell’articolo sulla chiusura dei corsi di lingua e cultura italiana della Svizzera orientale, siamo riusciti a parlare con il presidente del Comites di San Gallo, Paolo De Simeis per il quale finora sono uscite solo “mezze verità”, nell’intervista ci spiega di più
Quali sono le “mezze verità”?
Dico mezze verità perché se il Console Altana parla della questione di errori nel bilancio non corretti è vero, bisogna però entrare nel merito della questione, bisogna vedere dove stanno i difetti. Il Console, cioè, motiva la chiusura con il fatto che ci sono errori di bilancio non corretti, ma bisogna vedere se sia giusto quello che viene richiesto all’Ente. Dico mezze verità perché si dà la colpa alla mala gestione dell’Ente quando è l’ultimo ad avere colpa, anzi ha fatto di tutto in questi anni per mantenere i corsi di lingua e cultura italiana e ora invece di prendere merito prende bastonate, è questa la situazione.
Di cosa si tratta quando parla di errori nel bilancio?
Secondo il decreto ministeriale del novembre 2021 l’Ente doveva ricevere circa mezzo milione di euro, di cui è stata mandata solo una parte, dopodiché l’Ente è stato bombardato da richieste di correzioni di bilanci da parte del Ministero degli Affari Esteri. Senza entrare troppo nel merito delle correzioni (si tratta di correzioni del bilancio preventivo ndr) c’è stata l’erogazione della seconda rata dilatandola nel tempo e facendo indebitare sempre di più l’Ente.
Ora è successo che, in base all’ordinamento civile svizzero, quando un Ente non ha la copertura finanziaria deve chiudere, non c’è scelta, altrimenti si entra nel penale per negligenza.
Può farci un esempio di correzioni?
All’inizio si presenta insieme al progetto un bilancio preventivo, in base alla circolare numero 3, si tratta di una stima di costi, poi il Ministero richiede che l’Ente ogni sei mesi faccia la chiusura dei conti, un bilancio semestrale consuntivo. Se poi nel bilancio consuntivo alcune voci non corrispondono con il bilancio preventivo, viene richiesta la correzione del bilancio preventivo, il che è assurdo perché si tratta di una stima!
Ho chiesto più volte da tecnico un confronto con la Ragioneria dello Stato per avere chiarimenti sulle correzioni, ma non mi è mai stato concesso. A questo punto abbiamo inviato una lettera dicendo che le correzioni non le accettiamo e che in base al decreto ministeriale abbiamo diritto alla somma di quasi mezzo milione e che devono mandarci i soldi. Su questa lettera non abbiamo mai avuto risposta.
Anche il mancato pagamento degli insegnanti è collegato a questa situazione?
Ci sono ritardi ministeriali, sia per quanto riguarda i finanziamenti che ci devono, sia per quanto riguarda l’amministrazione, per i quali non hanno mai dato spiegazioni.
La prima rata dei contributi ministeriali dovrebbe arrivare a settembre in base al regolamento, perché arriva solo a dicembre? Noi come facciamo, se parliamo di esercizio di cassa, a pagare i mesi da settembre a dicembre agli insegnanti? Bisogna anticiparli, infatti lo facciamo con un fido bancario ma, come si sa, in quel caso poi bisogna pagare gli interessi passivi, che però il Ministero poi non copre mai.
Negli anni precedenti si sono mai verificati questi problemi?
Questi problemi ci sono da anni, ma finora i soldi sono sempre arrivati anche se con ritardo, le correzioni, a mio avviso assurde, ce le hanno sempre fatte fare, ma quest’anno, ovvero da quando è stata emessa la circolare numero 3, non sono arrivati. Bisogna dire che i nostri parlamentari eletti all’estero erano contrari, il Cgie e anche il Comites hanno dato parere contrario a questa circolare, ma è entrata comunque in vigore nel 2021.
Queste circolari porteranno prima o poi alla chiusura di tutti gli Enti, infatti, proprio per questo tipo di circolari sappiamo che nel mondo hanno chiuso più di 60 Enti. In Svizzera per ora sono due, Berna e San Gallo ma toccherà anche agli altri, è una questione di tempo.
Ci sono possibili soluzioni?
Sono due, bisogna sanare i debiti e pagare gli insegnanti, questo si può fare solo se ci mandano i soldi ed è la prima cosa da fare.
Abbiamo poi delle idee per proseguire l’insegnamento della lingua e cultura italiana, siamo in contatto con il cantone di San Gallo che è interessato alla risoluzione del problema ed è molto disponibile, questo lo trovo eccezionale e non lo do per scontato. Bisogna poi vedere quale sarà la soluzione che il Ministero accetterà.
Redazione La Pagina