Il Consiglio federale rafforza la struttura di negoziazione con l’Unione europea
Il Consiglio federale ha istituito una struttura preposta alla gestione del complesso dei negoziati con l’Unione europea (UE) guidata dal segretario di Stato Jacques De Watteville. Nell’ambito delle trattative il capo negoziatore è responsabile di conseguire un risultato d’insieme conforme agli obiettivi definiti nei mandati in vigore. Il segretario De Watteville resta nell’organico del Dipartimento federale delle finanze (DFF) ma, nell’esercizio di questa nuova funzione, dipenderà dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e farà rapporto periodico all’intero Consiglio federale.
Lo scorso 24 giugno il Consiglio federale aveva ribadito l’obiettivo generale di gestire meglio la migrazione e modernizzare la via bilaterale. Per incrementare le possibilità di ottenere un risultato d’insieme equilibrato e irrefutabilmente conforme agli interessi della Svizzera, aveva anche conferito al DFAE il mandato di proporre un rafforzamento della struttura di negoziazione.
Il Consiglio federale ha di conseguenza deciso di istituire una struttura preposta alla gestione del complesso dei negoziati, valida soprattutto in materia di libera circolazione delle persone, di questioni istituzionali, di accordi di accesso reciproco al mercato, di avvio di nuove cooperazioni o rinnovamento di quelle esistenti (ricerca, educazione, cultura ecc.) nonché per la questione del rinnovamento del contributo all’allargamento.
Jacques De Watteville sarà responsabile di coordinare i negoziati e di conseguire un risultato d’insieme conforme alla strategia definita dal Consiglio federale. Nell’ambito delle sue competenze dovrà, in particolare, elaborare l’intesa con gli altri negoziatori responsabili le opzioni da seguire e definire il calendario, la sequenza e le condizioni della conduzione e della conclusione dei vari negoziati. A tal fine potrà avvalersi della collaborazione di un gruppo di negoziazione e coordinamento da lui stesso costituito tenendo conto degli interessi dei dipartimenti coinvolti. La negoziazione vera e propria per ognuno dei dossier summenzionati resta comunque di competenza dei dipartimenti interessati.
Secondo quanto riferisce l’ats nonostante gli sviluppi incoraggianti messi a segno l’anno scorso, non è il caso di dormire sugli allori, secondo De Watteville. Tra le maggiori sfide per l’anno in corso in ambito interno, l’ex ambasciatore svizzero a Bruxelles ha citato la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa e dell’OCSE sull’assistenza amministrativa fiscale e la legge federale sullo scambio automatico di informazioni (AIA).
De Watteville avrebbe detto di sperare che le due camere possano già aver esaminato questo pacchetto entro dicembre, affinché le nuove disposizioni entrino in vigore nel 2017, permettendo così il rilevamento dei dati e lo scambio effettivo di informazioni a partire dal 2018. Quanto all’AIA, la Svizzera – avrebbe ricordato De Watteville secondo l’ats – sta attualmente trattando con l’Ue. A suo parere, “i negoziati stanno avanzando bene e un risultato positivo dovrebbe vedersi nei prossimi mesi”. Anche gli Stati Uniti, ha precisato, hanno mostrato interesse per lo scambio automatico di informazioni sul modello FATCA I che prevede la reciprocità. Oltre a questi due grossi cantieri, sono stati avviate trattative anche con altri Paesi terzi, ha dichiarato De Watteville. L’accesso ai mercati finanziari rimane secondo De Watteville un obiettivo importante per la Svizzera. Il Segretario di stato non ha fatto mistero delle difficoltà che attendono i negoziatori elvetici, specie dopo il voto del 9 febbraio 2014 sull’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa.
In contropartita ad un accordo sullo scambio automatico con Bruxelles, la Confederazione si batterà per un accesso agevolato ai mercati finanziari europei, ciò che permetterà alla banche di non dover delocalizzare i propri servizi.
Benché questi due dossier non siano giuridicamente vincolati, esiste un legame politico, ha spiegato De Watteville. Vi sono paesi, come l’Italia, che hanno condizionato il successo delle discussioni al rispetto del principio della libera circolazione delle persone.
“Noi cercheremo di far capire alla controparte – ha aggiunto il responsabile del SIF – che l’accesso ai mercati finanziari è reciproco”.