“Uno dei punti che Enrico Letta ha messo a base del suo impegno di rilancio del Partito Democratico è la concessione della cittadinanza alle ragazze e ai ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, che già fanno parte del corpo sociale del Paese e della quotidianità nostra, dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Naturalmente, sono scattati i custodi della limpieza de sangre, in testa Brancaleone Salvini, dicendo che ben altri sono i problemi, che non si può regalare la cittadinanza ai primi arrivati, che mai si dovrà affrontare lo jus soli, al massimo si potrà discutere dello jus culturae.
Solita fuffa propagandistica. La proposta del PD è sempre stata quella di considerare i figli degli stranieri regolarmente residenti, che siano nati in Italia e/o che vi abbiano frequentato un intero ciclo di studi. Precisamente il contrario di quanto la destra vorrebbe far dire, per comodità polemica, a chi rilancia questa battaglia di civiltà.
Sorprende, ma fino ad un certo punto, che tra le sentinelle armate vi siano anche rappresentanti degli italiani all’estero provenienti da paesi che si sono costruiti come entità moderne con lo jus soli, in base al quale i loro ascendenti sono diventati cittadini di quelle realtà trasmettendo la cittadinanza anche a chi oggi si arma contro gli altri. Senza vergognarsene, purtroppo.
Lo jus sanguinis non si tocca, strepitano i crociati. E che c’entra lo jus sanguinis con la cittadinanza ai ragazzi nati in Italia che frequentano le nostre scuole? La cittadinanza prima a chi è nato in Italia e poi l’ha perduta all’estero, reclamano le crocerossine dell’esercito della salvezza ematica. E perché non farlo insieme, visto che le proposte sulla cittadinanza si unificherebbero a livello parlamentare nel momento dell’inizio dell’esame dei diversi disegni di legge. Sarebbe, anzi, l’unico modo per affrontare veramente anche questa questione, senza farne periodicamente un gioco di comunicati a risultato zero sul piano delle realizzazioni concrete.
L’ampio perimetro della nuova maggioranza e il diverso clima che si potrebbe instaurare consentirebbero di uscire fuori dagli schemi e dalla propaganda. Ma fuori dalla propaganda ci sarebbero poi una politica seria da costruire e scelte di governo da fare con coraggio e sensibilità etica. Meglio, allora, restare al caldo nel pollaio e al massimo fare un giro nell’orto di casa.
Una cosa molto diversa da ciò che il Partito Democratico di Letta intende fare. Noi, che le contraddizioni dell’immigrazione in altri paesi le abbiamo vissute sulla pelle nostra e delle nostre famiglie, intendiamo seguirlo con convinzione”.
Deputate del PD elette all’estero:
Rip. Europa – Angela Schirò
Rip. Nord e Centro America – Francesca La Marca