In quattro puntate per RaiUno il percorso di emancipazione delle donne diretto da Riccardo Milani
Nel trentennio compreso tra gli anni ’50 e gli anni ’80, ‘Di padre in figlia’, la nuova saga proposta da Rai Uno, racconta la lunga strada per l’emancipazione femminile attraverso la storia dei Franza, famiglia patriarcale veneta che attraversa i grandi cambiamenti storici che hanno portato le donne a lottare per guadagnarsi la parità e i diritti civili. Tra tensioni, conflitti e ribellioni il potere del padre, (definito da Alessio Boni che lo interpreta ‘il classico padre all’antica, non un tiranno ma semplicemente un uomo degli anni ’50 quando il patriarcato era la norma, non educato a certi tipi di sentimenti’), viene sostituito, in modo nuovo e lungimirante, dalle tre figlie e dalla madre, che le aiuta a realizzare quelli che sono i suoi desideri irrealizzati di libertà, indipendenza e amore.
Vera protagonista è Maria Teresa, interpretata da Cristiana Capotondi, la figlia primogenita di Giovanni Franza, ruvido imprenditore della grappa nel Bassanese: fin dalla tenera età la ragazza capisce di doversi guadagnare un ruolo all’interno della famiglia prima, e nella società poi, per realizzare il suo sogno di studiare chimica; combatterà per 30 anni per provare a convincere suo padre a lasciarle l’eredità dell’azienda, abbattendo il pregiudizio per il quale soltanto il figlio maschio avrebbe dovuto succedergli.
“Maria Teresa è una piccola, pacifica rivoluzionaria. Negli anni in cui le ragazze si preparavano a studiare alle magistrali per diventare insegnanti decide di andare contro il potere paterno e di studiare chimica a Padova. E’ una ragazza seria in un periodo in cui la ragazze si aprono all’adolescenza, ai colori, ai primi amori. Ma per me è piena di fantasia, s’immagina un mondo diverso in cui donne e uomini abbiano gli stessi diritti. La cosa bella è che in questo romanzo di formazione al femminile si incontrano tanti tipi di donne, lasciamo alle figure femminili il compito di raccontare l’Italia. Nel contrasto tra le due sorelle, una decisa a riscattarsi con lo studio, l’altra inebriata dalla sua bellezza e forse anche un po’ ingabbiata dalla bellezza, si costruirà una dinamica di confronto”, ha dichiarato Cristiana Capotondi descrivendo il suo personaggio.
Nel cast, accanto alla Capotondi, anche Alessio Boni, Stefania Rocca, Denis Fasolo, Alessandro Roja, Demetra Bellina, Roberto Gudese, Matilde Gioli e Francesca Cavallin. “Affrontare ‘Di padre in figlia’ ha significato per me, ancora una volta, l’impresa difficile e importante di raccontare il mio Paese, la sua storia, le sue trasformazioni. Una famiglia italiana che come tante altre famiglie italiane ha affrontato il dopoguerra. E il nostro dopoguerra spesso ha significato emigrazione.
Non è ovviamente casuale il fatto che i titoli di testa delle quattro puntate siano le immagini vere dei nostri migranti che dalla loro terra sono partiti per raggiungere terre straniere e impiantare lì le loro vite”, ha spiegato il regista Riccardo Milani. Il soggetto porta la firma di Cristina Comencini: “Mi sono resa conto che una delle più grandi rivoluzioni del nostro Paese, il ruolo delle donne nella famiglia e nella società, non era mai stata veramente raccontata, dagli anni Cinquanta a oggi tutto è mutato nei rapporti di coppia, nel matrimonio, nel lavoro, nel rapporto con i figli, proprio perché le donne si sono emancipate, hanno cercato un nuovo modo di lavorare, amare, sposarsi e stare insieme”, ha raccontato, mentre il produttore Angelo Barbagallo si è dichiarato soddisfatto del progetto ritenendo che così “la Rai fa il suo mestiere: affronta temi legati alla nostra memoria, e purtroppo noi viviamo in un Paese che ne ha poca, per tornare alla storia dei nostri genitori. È un progetto che mi dà grande soddisfazione”.
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foto: Ansa