Lo dice la rivista Forbes, nota per la classifica annuale delle persone più ricche del mondo
La famosa rivista Forbes, che pubblica la classifica annuale delle persone più ricche del mondo, ha formulato, con l’ausilio dei migliori scienziati di vari Paesi, un vademecum in dieci regole per avere figli geni.
Prima regola. Non bisogna programmare la nascita ma “tenere la pagnotta nel forno il più a lungo possibile”, laddove la pagnotta è il bambino e il forno la pancia della madre. Pare che esista un rapporto tra gravidanza lunga e grandezza del cervello. Più è grande il cervello, “più potenza cognitiva si ha”, ha detto il ricercatore Robert Barton. Prima delle 39 settimane il cervello rischia – ma non è automatico, evidentemente – di non essere sufficientemente sviluppato, proprio a scapito della “potenza cognitiva”.
Seconda regola. Siccome quasi la metà delle donne hanno carenza di ferro, che pregiudica lo sviluppo cerebrale del bambino con il rischio di ritardi nell’apprendimento e nella facoltà linguistica, è bene assumerlo sotto forma di integratori. La terza regola è di uso comune: bisogna allattare il bambino al seno della madre il più a lungo possibile: ancora una volta è il cervello del bambino a trarne vantaggio. Quarta regola. La madre durante la gravidanza, ma anche prima, dovrebbe alimentarsi con acidi grassi essenziali, tipo omega-3 e omega-6. Ad avvantaggiarsi di questo tipo di alimentazione sono le capacità cognitive del bambino e la sua potenza visiva. Dunque: latte, olio d’oliva, salmone pesce in genere.
Quinta regola (dopo il parto, evidentemente). Fate dormire il bambino di notte. I riposini durante il giorno sono utili ma non sufficienti. Quello che fa bene è il sonno notturno, perché sviluppa la capacità di concentrazione, l’autodisciplina e la memoria. Gli esperti consigliano di mettere a letto il bambino per il riposo notturno non prima di avergli fatto un bagnetto caldo, di averlo massaggiato e di avergli raccontato un favola o cantato una ninna-nanna. C’è anche chi, come il pediatra newyorchese Anatoly Belilovsky, sostiene che se il bambino piange la notte, non bisognerebbe fargli compagnia. Pare che la presenza dei genitori possa disturbare il suo sonno (ai fini della genialità). Sesta regola. Quando il bambino cammina, si potrebbe dargli la compagnia di un animale domestico, perché la presenza di un cane o di un gatto aiuterebbero la sua capacità di socializzazione. Naturalmente con tutte le precauzioni del caso. Il gatto deve essere piccolo e integrato in casa. Per i bambini gli animali sono come dei giocattoli intelligenti che lo spingono ad interpretare le espressioni e le emozioni e comunque ad interagire. Ovviamente il cane non deve essere un rottweiler. Settima regola. Bisogna tenere i bambini, almeno fino ai tre anni, lontani da schermi di qualunque genere: niente tv, niente dvd, niente videogiochi, niente tablet. Si può stimolare la sua intelligenza parlandogli, giocando con lui, facendolo socializzare con altri bambini della sua età, farli giocare in luoghi aperti per far loro apprendere il senso dello spazio e la capacità di contare per acquisire il concetto di quantità. Ottava regola. Non bisogna lasciarlo giocare da solo, ci vuole la presenza di un adulto. Se gioca da solo, non acquisisce la capacità della sfida, di individuare lo scopo di costruire e come farlo. Viceversa la presenza dell’adulto lo stimola alla competizione, ad essere giudicato e a raggiungere lo scopo. Da solo si annoia, con un adulto fa in pochi secondi quello che da solo farebbe in parecchi minuti.
Nona regola. Non bisogna esporre il bambino al piombo, perché questo metallo danneggia lo sviluppo cerebrale. I bambini che hanno un elevato livello di piombo nel sangue hanno difficoltà in matematica, nella lettura, nel ragionamento non verbale e nella memoria. Cosa vuol dire non esporli al piombo? Vuol dire tenerlo lontano da vernici, giocattoli fatti anche con materiali contenenti piombo, terreni ricchi di piombo o comunque oggetti e prodotti che lo contengono. Decima regola. Bisogna stare lontani dal traffico (e qui ci si rivolge alle donne in gravidanza) perché respirare i fumi del traffico può impedire nei nascituri la capacità di attenzione. Inoltre, il veleno dei fumi può impregnare la placenta e legarsi al Dna di piccolo che potrà avere disturbi comportamentali.
Come si vede, sono regole in gran parte condivisibili, improntate al più piatto buon senso. Le ultime due, infatti, le seguono tutti, nessuna madre si divertirebbe ad annusare i fumi dei tubi di scarico delle auto e nessuna madre oserebbe esporre il figlio al piombo. Su parte della quinta regola i dubbi sono ammessi: se il bambino piange di notte, chi dei genitori potrebbe lasciarlo piangere senza intervenire?
Dicevamo all’inizio dei bambini geni. Purtroppo, seguire queste dieci regole non comporta automaticamente avere un bambino genio, con buona pace degli studi degli scienziati. A smentirlo basterebbe questa semplice constatazione: la quantità di geni nati e cresciuti in un ambiente dove queste regole erano e sono per lo più sconosciute.