Tra i fattori di rischio anche stili di vita scorretti
Da una recente indagine realizzata dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) su un campione di circa duemila persone, è emerso che sette italiani su dieci ritengono che le uniche cause delle malattie reumatiche siano il clima freddo e l’umidità. Inoltre, in pochissimi sono a conoscenza del fatto che tali malattie possono essere prevenute con dei diversi stili di vita e che tra i fattori di rischio si annoverano anche il fumo, il sovrappeso e la sedentarietà. Intanto, chiariamo che quando si parla di malattie reumatiche ci si riferisce a molte (anche più di cento) e fra loro diverse condizioni morbose che causano disturbi a carico dell’apparato locomotore e che spesso colpiscono anche gli organi interni.
Sono più o meno tutte caratterizzate da infiammazione a carico delle articolazioni, ma possono essere notevolmente differenti per frequenza e gravità. Tra le più gravi, l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, la sclerodermia e il lupus eritematoso, giusto per citarne alcune. A seguito della sua indagine, la Società Italiana di Reumatologia ha promosso la campagna #ReumaDays che da febbraio ad aprile farà tappa in dieci città italiane per favorire la prevenzione di queste patologie che, ad oggi, colpiscono circa cinque milioni di italiani di ogni età.
“Oltre a compromettere la qualità di vita dei pazienti, alcune di queste malattie sono sistemiche e possono coinvolgere anche organi vitali. Fondamentale è la prevenzione, anche primaria, a partire dal controllo del peso perché l’obesità è un fattore di rischio per alcune di queste malattie; vanno poi eliminate le sigarette perché, oltre a cancro e patologie cardiovascolari, favoriscono anche l’insorgenza di patologie autoimmuni sistemiche. Si stima che, in una persona geneticamente predisposta, il fumo fa aumentare di ben 15 volte il rischio di artrite reumatoide”, ha spiegato Mauro Galeazzi, presidente della Società Italiana di Reumatologia e direttore della dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.
Dopo la prevenzione, anche la diagnosi precoce è importantissima, anche se i segnali d’allarme all’inizio sono spesso pochi e scarsi. “Diagnosticare precocemente la maggior parte delle malattie reumatiche e riconoscere nel dettaglio la presenza di una patologia in una fase molto iniziale consente al medico di intervenire in modo più incisivo, riuscendo in non pochi casi ad impedire la progressione della malattia”, ha chiarito Galeazzi. Non bisogna ignorare quindi i dolori, le tumefazioni e i segni di infiammazione a carico delle articolazioni delle mani e dei piedi, specialmente quando sono persistenti. La rigidità articolare e la fatica a muoversi in modo fluido, sono tra i sintomi più comuni di alcune malattie reumatiche e in particolare dell’artrite reumatoide, che colpisce e deforma le piccole articolazioni di mani e piedi.
Nell’artrosi, invece, il dolore interviene prevalentemente con l’utilizzo delle articolazioni e compare più facilmente la sera; anche nella spondilite anchilosante, che a differenza di altre forme colpisce molto più frequentemente i soggetti di sesso maschile, la sintomatologia d’esordio è tipicamente notturna e mattutina.
In tutti questi casi ricorrere al medico è tassativo, perché solo una diagnosi precoce può aiutare: “Riconoscere i sintomi e arrivare al più presto ad una diagnosi è essenziale per limitare i danni e curare al meglio i malati”, sottolineano infatti gli esperti della Società Italiana di Reumatologia.