Nel 2000 i 191 stati membri dell’ONU hanno firmato una dichiarazione con gli obiettivi, chiamata la “Dichiarazione del Millennio”, impegnandosi di raggiungerli entro il 2015, ecco gli obiettivi raggiunti
Durante il vertice del Millennio, fino allora il più grande incontro di capi di Stato e Governi, nel settembre del 2000 a New York, era stato registrato il dato che contava più di un miliardo di persone che vivevano in povertà estrema, concretamente significava che ogni quinta persona aveva meno di un dollaro a disposizione al giorno per il sostentamento. Più di 700 milioni di persone pativano la fame ed erano denutriti. Più di 115 milioni di bambini non avevano la possibilità di formazione, quindi non sapevano né leggere, né scrivere. Più di un miliardo di persone non aveva l’accesso ad acqua potabile e a più di due miliardi di persone era negato l’accesso a impianti igienico-sanitari. Tutte queste persone in pratica non avevano la possibilità di partecipare ai processi sociali, economici o politici. Il vertice del Millennio, allora, decise di dimezzare la povertà mondiale entro l’anno 2015, l’anno che da poco è iniziato.
Gli obiettivi raggiunti comprendono i seguenti punti:
- Negli ultimi vent’anni la mortalità infantile di bambini sotto i cinque anni, è stata quasi dimezzata a livello mondiale, vengono salvati così 17’000 bambini ogni giorno.
- A livello globale il tasso mortalità delle madri è diminuita del 45% tra il 1990 e il 2013.
- Dal 1995 le terapie per gli infettati di HIV hanno potuto salvare 6,6 milioni di vite, con un maggior accesso alla medicina, potrebbero sopravvivere molti di più.
- Tramite l’intensiva lotta contro le malattie, tra il 2000 e il 2012 è stata evitata la morta di circa 3,3 milioni di persone (Malaria) e 22 milioni di persone (tubercolosi).
- In tutte le regioni di sviluppo la parità dei sessi nella formazione è stata raggiunta completamente o in parte.
Questi, invece, sono gli obiettivi da raggiungere, nonostante i progressi registrati:
- L’obiettivo di dimezzare il numero di persone che patiscono la fame può essere raggiunto solo con un impegno maggiore, tra il 1990 e il 1992 il 24% della popolazione nelle regioni di sviluppo pativa la fame. La percentuale è scesa al 14% tra gli anni 2011 e 2013, ma il progresso è rallentato.
- Secondo le stime, nel 2012, un quarto dei bambini sotto i cinque anni erano troppo piccoli per la loro età, nonostante nel 1990 la percentuale dei bambini a cui la malnutrizione inibiva la crescita era del 40%, non può essere che ancora succeda per 162 milioni di bambini piccoli.
- Bisogna fare di più nel campo delle malattie evitabili di bambini piccoli, nonostante il tasso di mortalità dei bambini piccoli sia scesa del quasi 50%.
- A livello mondiale sono morte 300’000 donne per complicazioni durante la gravidanza o il parto nel 2013, anche qui il tasso è sceso (del 45%), ma i casi delle morti si possono evitare con una maggiore cura delle donne incinte.
- Il 90% dei bambini nelle regioni di sviluppo vanno a scuola, ma nel 2012 58 milioni di bambini non ci andavano. La alte quote di chi interrompe gli studi ostacolano il raggiungimento della Dichiarazione. Secondo le stime il 50% dei bambini che non vanno a scuola vivono nelle regioni affetti da conflitti.
Progressi positivi spesso vengono dai paesi latinoamericani, i caraibi, da parti dell’Asia e dal Caucaso, qui gli obiettivi della “Dichiarazione del Millennio” sono stati raggiunti in materia di numero di persone che pativano la fame. Nell’Africa subsahariana e nel sud dell’Asia, dove il numero dei malnutriti è il più alto, si sono registrati solo progressi limitati. In parti dell’ovest dell’Asia e l’Oceania il numero delle persone che patiscono la fame non è diminuito oppure è aumentato.
I cinque paesi con il numero di poveri maggiore
32.9% India
12.8% Cina
8.9% Nigeria
5.3% Bangladesh
4.6% Repubblica democratica del Congo
35.5% Altri paesi