Il ministro degli affari esteri Burkhalter annuncia a sorpresa le sue dimissioni da Consigliere federale per il 31 ottobre dopo otto anni al Governo. La decisione del 57enne neocastellano è strettamente privata
L’impegno politico ha occupato oltre trent’anni dell’esistenza di Didier Burkhalter, neocastellano laureato in scienze economiche- Una vita dedicata alla cosa pubblica fino all’approdo al Governo otto anni fa, prima al Dipartimento dell’interno nel 2009 e dal 1° gennaio 2012 come responsabile del Dipartimento degli affari esteri, la sua ambizione, dove subentra a Micheline Calmy-Rey. In questo incarico Burkhalter dà il meglio di sé e riporta la politica estera svizzera a essere super part. L’apice della sua carriera politica lo raggiunge nel 2014 con la presidenza della Confederazione e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e si ritrova in mano la crisi ucraina che gestisce con distinzione e la sua azione riporta l’OSCE al centro dell’attenzione internazionale. Ma in patria nel 2014 con l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, che porta alla sconfitta del fatidico 9 febbraio, incassa violente critiche e viene messo in discussione, reo di non avere assunto la leadership nella rinegoziazione con Bruxelles sul dossier della libera circolazione.
Nonostante ciò le sue dimissioni sono arrivate a sorpresa. Burkhalter ha annunciato le sue dimissioni perché sente ora “il bisogno di scrivere presto una nuova pagina della mia vita”. Nel corso della conferenza stampa ha precisato che non centrano le critiche nei suoi confronti da parte della stampa svizzero tedesca che gli rimprovera le sue mancanze e la sua assenza su questo tema così importante. E neanche quelle dell’UDC che da anni accusa il ministro di mettere a repentaglio la neutralità e l’indipendenza della Svizzera con la sua gestione del dossier europeo. Per il ministro, il motivo è solo “la consapevolezza del momento giusto per lasciare la politica”. Non è comunque da escludere che il dossier abbia influito sulla sua decisione. In questi anni Burkhalter non è riuscito a ottenere il sostegno neanche dal Governo e magari si sarà reso conto di non avere più margini di manovra per convincere esecutivo e Parlamento delle sue idee di politica europea.
Questa patata bollente passerà ora al suo successore, seggio, che se non sarà rivendicato da un altro partito, scenario poco probabile, sarà rioccupato da un esponente del Partito radicale liberale (PLR). È ancora presto per fare speculazioni, ma il carosello dei candidati è già in movimento. Il PLR e la sua presidentessa Petra Gössi non hanno perso tempo e il giorno dopo hanno iniziato a pensare alla successione di Burkhalter. Il PLR cerca un candidato che rappresenti la Svizzera latina e nei prossimi giorni definirà il profilo del nuovo consigliere federale o nuova consigliera federale. Le sezioni cantonali hanno tempo fino all’11 agosto per presentare le candidature. La deputazione ticinese non ha dubbi: dopo l’ultimo esponente governativo ticinese, Flavio Cotti lasciò l’incarico nel 1999, è il momento giusto che un rappresentante del Sud delle Alpi torni a Palazzo federale. Rispetto al passato il Ticino ha maggiori possibilità di fare eleggere un suo candidato e c’è già un nome che ha i favori dalla sua parte: il capogruppo PLR alle camere Ignazio Cassis è considerato da molti il candidato ideale, con reali possibilità di diventare Consigliere federale. Cassis è carismatico, parla tre lingue e si è profilato in temi che riguardano la sanità e la previdenza. Resta di capire se sarà all’altezza in politica europea e saprà imprimere una nuova dimensione alla questione europea, su una rotta più borghese rispetto a Burkhalter. Per molti Cassis ha i requisiti necessari per essere eletto, ma si tratta dell’ultima possibilità di diventare Consigliere federale, dopo il fallimento nell’elezione del 2010 persa contro Johann Schneider-Ammann. Si prospetta dunque un’estate intensa per gli strateghi dei partiti e per i papabili. Durante la sessione autunnale si terrà presumibilmente l’elezione del sostituto di Burkhalter.
Gaetano Scopelliti
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