L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Così recita l’articolo uno della costituzione, in quanto la funzione sociale del lavoro e dell’’uomo vengono prima del capitale degli affari e della finanza. Siamo usciti dalla seconda guerra mondiale con una carta costituzionale che è tra le migliori al mondo, ricchissima di valori e principi. Per trent’anni ha dato modo al nostro paese di crescere e svilupparsi fino a diventare tra le prime potenze mondiali. Inizia poi a metà degli anni 70 il trionfo di quella corrente di pensiero chiamato neoliberismo, che ha sostanzialmente cambiato il mondo. L’idea centrale del neoliberismo è che ci sia una forma di relazione naturale all’interno della società umana, la competizione, e che ciascuno di noi non faccia altro che cercare di massimizzare la propria ricchezza e il proprio potere a spese degli altri.
Per i neoliberisti l’uomo è, “homo oeconomicus”, che di fatto ha ridotto la nostra società sana, in una profondamente malata. Trent’anni dopo in cui molti paesi crearono delle costituzioni di stampo sociale, favorendo un’epoca di crescita e modernizzazione dell’intero continente, il grande capitale uscito dalla seconda guerra mondiale reagisce tramite le multinazionali, potentati di carattere finanziario, vendendoci una ricetta. Signori il problema è che c’è troppo Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
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