Speravamo di avere una situazione più tranquilla, invece sembra che lentamente il livello di allarme si stia pericolosamente alzando. Pensavamo di poter prendere e partire per le nostre tanto agognate e meritate ferie: abbiamo lavorato, organizzato le ferie, prenotato il viaggio, i vaccini sono fatti… cosa può fermarci?
Ecco non è così, perché ad oggi tutti i residenti in Svizzera che decidono di viaggiare per le ferie natalizie dovranno fare i conti con il tampone da presentare prima di rientrare nella Confederazione e prendere in considerazione il fatto che non potrebbero rientrare. Parliamo di un esempio, se una famiglia decide di trascorrere le feste natalizie in Puglia, nel Lazio o in Umbria (i paesi confinanti ne sono dispensati!), per tornare deve presentare un test Pcr negativo (a spese proprie) e rifarlo in Svizzera dal quarto al settimo giorno dopo il ritorno (sempre a spese proprie), ne sono esclusi i minori sotto i 16 anni. Se un componente della famiglia risulta positivo il ritorno è negato finché non si positivizza. In compenso, sono stati stralciati tutti i Paesi dall’elenco degli Stati e delle regioni per cui vige l’obbligo della quarantena e la quarantena stessa è stata abrogata. Si sta puntando sul rafforzamento dei test senza fare alcuna differenza tra chi si è vaccinato e chi no. Senza alcuna differenza, cioè, tra chi ha fatto il proprio dovere di cittadino appartenente ad una comunità e chi invece se ne infischia altamente.
I vaccinati adesso si chiedono come mai una decisione che, invece di spingere i non vaccinati a capire l’importanza del vaccino, mette in difficoltà palese chi invece si è vaccinato. Secondo quanto detto fino adesso dalle autorità competenti, i vaccinati dovrebbero avere più libertà di movimento visto la protezione vaccinale e hanno meno possibilità di contagiare altri, per questo grazie al certificato sanitario, il noto 2G, si possono fare molte cose che invece i non vaccinati non possono permettersi, la cosa non funziona se si deve tornare da un viaggio. Perché? Non viene più garantita la logica differenza tra chi si è vaccinato e chi no. Una differenza che invece si fa in e per altre situazioni.
Vaccinarsi per l’emergenza della pandemia in atto, oltre che un diritto sanitario, è un dovere nei confronti di tutta la comunità di cui facciamo parte, il contributo del singolo per il benessere di tanti, cosa che i non vaccinati – a ragione o meno, soprattutto meno – non fanno. Nonostante questo ai vaccinati viene riservato lo stesso trattamento di una persona non vaccinata. Una beffa che certamente farà gola ai soliti no-vax o no-green pass che si attaccano a tutto per deridere, contrariare e contrastare le decisioni prese contro l’emergenza Covid. Una decisione che si fa fatica a comprendere, che forse ostacolerà la mobilità del periodo natalizio, ma non aiuterà a convincere nessun indeciso a vaccinarsi.
Redazione La Pagina