Le persone con disabilità hanno meno fiducia nei sistemi politico e giudiziario e nella polizia, manifestano però per la politica lo stesso interesse del resto della popolazione
Le persone con disabilità tra i 16 e i 64 anni nutrono meno fiducia nei confronti del sistema politico, giudiziario e della polizia, ma manifestano per la politica lo stesso interesse del resto della popolazione. Questi sono solo alcuni dei risultati estratti dagli indicatori del 2013 che l’Ufficio federale di statistica (UST) pubblicherà il giorno prima della giornata internazionale delle persone con disabilità.
Per riprendere le elezioni federali che si sono svolte in autunno, l’accento è stato posto sul tema della partecipazione politica. Dai dati risulta che le persone con disabilità nutrono nei confronti della politica un interesse simile a quello misurato nel resto della popolazione, ovvero una media di 4,9 per i due gruppi su una scala che va da 0 a 10. Le persone con diritto di voto, con o senza disabilità, dichiarano che parteciperebbero a 6,5 votazioni su 10 se fossero organizzate nel corso dell’anno.
Le persone con disabilità che si sentono gravemente limitate nelle attività che le persone svolgono abitualmente manifestano un interesse nei confronti della politica (4,6) e una volontà di partecipare alle votazioni (6,3) leggermente inferiore e non significativamente differente. Su questo fronte non si notano grandi cambiamenti dai risultati del 2007. Come già osservato nel 2007 e nel 2011, un evento come le elezioni federali non esercita alcun impatto sull’interesse manifestato verso la politica.
Minima fiducia nelle istituzioni
Le persone con disabilità, soprattutto quelle gravemente limitate, si dichiarano meno fiduciose nei confronti delle istituzioni rispetto al resto della popolazione. Questa tendenza si manifesta in maniera netta ed è statisticamente significativa. La stessa tendenza si osserva anche se si considerano le differenze in termini di età o di sesso tra i due gruppi e nei confronti di tutti i tipi di istituzione presi in considerazione.
Le persone con disabilità e il resto della popolazione accordano lo stesso livello di fiducia alle varie istituzioni; la polizia ottiene il livello più alto, ovvero un punteggio medio di 7,0 dalle persone con disabilità e di 6,9 da quelle gravemente limitate, contro il 7,4 assegnato dal resto della popolazione. Segue il sistema giudiziario con un punteggio di 6,6 e 6,0 contro il 7,1. Chiude il sistema politico con un voto medio di 6,2 e 5,6 contro 6,7.
Altri indicatori aggiornati
Allo stesso modo, anche le persone con disabilità sono meno d’accordo del resto della popolazione con l’affermazione secondo cui si può aver fiducia nella maggior parte delle persone (in media 6,0 e 5,5 contro 6,3). Questo risultato, insieme ad altre indicazioni, contribuisce a dimostrare un livello di benessere soggettivo inferiore a quello percepito dalle persone senza disabilità.
La loro partecipazione al mercato del lavoro, benché significativa (il 72% ha un impiego e il 4% è in disoccupazione) resta comunque debole. A tal proposito si rende noto che 18’122 persone hanno lavorato in un laboratorio protetto facente capo a un istituto per persone con disabilità, per problemi di dipendenza o per problemi psicosociali, realizzando un totale di 23,5 milioni di ore di lavoro sul mercato del lavoro secondario.
UST