Descritto come un eroe per aver tentato di tutto per evitare di schiantarsi sui quartieri abitati, il pilota dell’aereo della TransAsia precipitato due giorni fa a Taipei è stato ritrovato morto nella cabina di pilotaggio, con le mani aggrappate alla cloche. Lo ha riportato la stampa locale. L’ATR 72-600 si è inabissato nelle acque glaciali di un fiume poco dopo il suo decollo dall’aeroporto Songshan di Taipei, con 53 passeggeri e cinque membri dell’equipaggio a bordo, tra i quali 31 cittadini cinesi. Il volo GE235 era diretto a Kinmen, piccola isola sulla costa che si trova in prossimità del territorio cinese, ma controllata da Taiwan. Immagini video amatoriali hanno mostrato l’ATR 72-600 mentre perde quota prima di urtare un ponte su un’autostrada e poi finire in acqua.
Il corpo di Liao Chien-tsung, il pilota, è stato ritrovato in cabina, con le mani aggrappate sulla cloche e le gambe fratturate, secondo il quotidiano China Times. “Non ha mollato la cloche fino all’ultimo istante, prima che l’aereo precipitasse in acqua, per tentare di controllarne la direzione e limitare i danni”, ha scritto il quotidiano, citando fonti vicine all’inchiesta. Non sono stati diffusi commenti ufficiali sulle cause dell’incidente, ma le scatole nere sono state rapidamente recuperate. Le squadre di soccorso hanno continuato incessantemente le ricerche dei 12 dispersi, mentre l’ultimo bilancio ufficiale è di 31 morti, compresi il pilota e il co-pilota. Sull’ATR 72-600 c’erano 53 passeggeri e cinque membri dell’equipaggio. Poco dopo il decollo dall’aeroporto di Taipei, diretto alla piccola isola di Kinmen, l’aereo ha perso velocemente quota e si è avvitato su un fianco, ha sfiorato un viadotto e un’auto che lo stava percorrendo, per poi precipitare nel corso d’acqua, seguito da una scia di frammenti di un’ala e macerie dalla parte esterna del ponte toccata nell’ultimo tratto della caduta. Il pilota dell’ATR 72-600 della TransAsia ha tentato di evitare i grattacieli, valutano gli analisti. “Considerando la traiettoria di volo, il pilota ha deviato e ha tentato di evitare gli ostacoli, ha cercato di minimizzare i danni e le vittime. È stato molto coraggioso”, ha dichiarato un esperto di aviazione civile, Daniel Tsang, sintetizzando un’opinione piuttosto diffusa dopo le prime ricostruzioni della dinamica dell’incidente. In un video diffuso dalla tv locale, si sente una voce – un membro dell’equipaggio – gridare: “Sos, Sos, spegnimento motore!”.
“Gli Usa non chiuderanno gli occhi di fronte all’invio di armi russe”
Gli Stati Uniti non possono “chiudere gli occhi” di fronte al riarmo dei separatisti da parte della Russia, ha dichiarato a Kiev il segretario di stato americano John Kerry dopo aver incontrato il presidente ucraino Petro Poroshenko, dichiarazioni che sembrano rafforzare la possibilità che gli Stati Uniti riconsiderino la loro posizione sull’invio di armi all’Ucraina, un passo che hanno invece escluso paesi europei come l’Italia, la Francia e la Germania.
“La Russia deve fare una scelta e questa sua decisione non deve essere solo riflessa nelle sue parole, ma anche confermata dalle azioni. Questo significa dare il via a una serie di passi in sostegno dell’accordo di Minsk firmato anche dalla Russia”, ha spiegato Kerry. “Noi siamo favorevoli a una soluzione diplomatica, ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai carri armati che passano il confine con la Russia e arrivano in Ucraina. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai combattenti russi con divise senza segni di riconoscimento che passano il confine per guidare in battaglia compagnie di cosiddetti separatisti”, ha aggiunto assicurando che gli Stati Uniti “non vogliono un confronto con la Russia. Nessuno lo vuole. Né Poroshenko, né gli americani, né la comunità europea”. Kerry ha quindi detto di auspicare una risposta positiva di Mosca, il suo “impegno per porre fine al massacro”, denunciando che il proseguimento dell’aggressione della Russia nell’est rappresenta la minaccia più grave che l’Ucraina è costretta ad affrontare.
Il presidente degli Stati uniti Barack Obama deciderà “prossimamente” sull’ipotesi di vendere armi letali all’Ucraina, ha poi dichiarato Kerry, precisando però che Washington predilige una soluzione diplomatica al conflitto nell’est del paese. “Il presidente deciderà presto” ha detto Kerry. “Egli – ha aggiunto – passerà in rivista tutte le opzioni. Una di queste è la fornitura di armi difensive”, ha aggiunto, perché “gli accordi di pace di Minsk”, firmati a settembre tra Kiev e i separatisti filorussi con la partecipazione di Mosca e dell’Osce, “non sono stati messi in pratica”.
Adnkronos/Askanews