Il pilota alla torre di controllo: “Siamo senza elettricità né combustibile”
Era senza carburante e senza elettricità al momento dell’impatto l’aereo che la scorsa settimana si è schiantato in Columbia causando la morte di 71 persone, per la maggior parte facente parte della squadra di calcio brasiliana del Chapecoense che si recava a Medellín per la partita con l’Atlético Nacional, incontro di andata per la finale della Coppa Sudamericana. Le due scatole nere del volo charter precipitato sono state recuperate in “perfette condizioni”. Lo ha annunciato via Twitter l’Autorità colombiana per l’aviazione civile.
Il direttore dell’aeronautica civile della Colombia, Alfredo Bocanegra, ha confermato che il velivolo della società boliviana Lamia, decollato dall’aeroporto Viru Virtu di Santa Cruz, in Bolivia, alle 23:18 italiane lo scorso 28 novembre verso la città colombiana di Medellin, è scomparso mentre volava vicino alla città di La Union, nel dipartimento di Antioquia. Stando a quanto riportano i dati di Flightradar24, l’aereo – un BA Avro RJ85 – aveva appena cominciato le manovre per l’atterraggio quando si è schiantato sulla montagna del Cerro Gordo, nella municipalità di El Ceja, distante 18 chilometri dallo scalo Jose Maria Cordova di Medellin.
Da qualche giorno però circola l’ipotesi che all’origine dello schianto ci sarebbe la fine del carburante nel mezzo oltre che un guasto elettronico. La notizia, confermata dal capo della sicurezza aerea colombiana, arriva a qualche ora di distanza dalla diffusione sulla stampa dell’audio della conversazione tra il pilota e la torre di controllo che avvertiva: “Siamo senza elettricità né combustibile”.
Proprio per questo motivo il pilota avrebbe cambiato piano di volo. “Una delle ipotesi su cui lavoriamo – precisano le autorità – è che il carburante sia finito spegnendo i motori, provocando una avaria elettrica”. Il pilota, infatti, dell’Avro RJ 85 avrebbe cambiato il piano di volo, che prevedeva un rifornimento a Bogotà.
La stampa colombiana aggiunge inoltre che il pilota non avrebbe voluto dichiarare in tempo utile alla torre di controllo dell’aeroporto di Medellin di essere rimasto senza carburante nel timore della revoca della licenza di volo. “Ma si può rischiare la vita per la sospensione o il ritiro della licenza?”, si è chiesto il responsabile dell’aviazione civile colombiana, Alfredo Bocanegra. L’aereo charter era stato noleggiato dalla squadra di calcio brasiliana, Chapecoense e aveva circa 80 persone a bordo: 42 persone tra giocatori e membri del club, c’erano altri 30 altri passeggeri tra giornalisti e appassionati che accompagnavano la squadra, e nove membri dell’equipaggio. I sopravvissuti sono 6 tra cui una hostess e alcuni giocatori. Il portiere Marcos Danilo Padilha, ritrovato in vita dopo lo schianto, “è morto in ospedale”, si legge in un tweet di Telemedellin.
Il presidente del Brasile, Michel Temer, ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. “In queste tristi ore, in cui la tragedia sta colpendo decine di famiglie brasiliane, esprimo la mia solidarietà. Stiamo fornendo tutti i mezzi per aiutare le famiglie e dare loro tutta l’assistenza possibile”, si legge in una nota ufficiale. La Confederazione sudamericana di calcio (Conmebol) ha annunciato l’annullamento di tutte le partite e di ogni attività dopo la tragedia. Nel frattempo in questi giorni le vittime dello schianto sono stati trasferiti in Brasile e in Bolivia dove, all’arena Conda di Chapeco, i tifosi hanno partecipato alla cerimonia funebre per omaggiare i calciatori brasiliani.
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foto: Ansa