La proposta di una cassa pubblica non ha superato l’esame delle urne e i ristoranti dovranno mantenere un’IVA dell’8%
L’elettorato svizzero non vuole sostituire l’attuale sistema di casse malati private per l’assicurazione di base. L’iniziativa “Per una cassa unica pubblica” non ha convinto la maggioranza dell’elettorato, che l’ha nettamente bocciata. Presumibilmente gli svizzeri sono soddisfatti con l’attuale pluralità di casse, mentre la sinistra, dopo il terzo tentativo fallito su questo tema, dovrà farsene una ragione e seppellire definitivamente l’idea di far passare la Svizzera a un sistema pubblico per l’assicurazione malattie. Il “no” non è stato comunque una sorpresa e il risultato delle urne lo ha confermato. Il 62% degli elettori ha votato contro, cioè 1.512.496 persone contro 932.177 favorevoli. Anche i cantoni hanno respinto l’iniziativa con 22 contrari e 4 favorevoli, quest’ultimi tutti cantoni francofoni (Vaud, Neuchâtel, Ginevra e Giura), ma non si tratta di un classico “Röstigraben”, poiché all’appello mancano Friburgo e Vallese.
Comunque dopo la votazione, la sanità resta un cantiere aperto, soprattutto nella lotta ai continui aumenti dei premi di cassa malati. La sinistra non vuole arrendersi. Il socialista Andy Tschümperlin ha evidenziato che “le urne hanno fatto avvicinare l’elettorato a una cassa pubblica con 4 votanti su 10 che si sono espressi per un cambiamento fondamentale del sistema di assicurazione malattie”. Inoltre la sinistra chiede ai vincitori di mantenere le promesse: aumentare la trasparenza delle finanze e di finirla di andare a caccia dei “buoni rischi”, vale a dire gli assicurati giovani e sani.
Soddisfatti naturalmente i contrari alla cassa pubblica. L’associazione del ramo Santésuisse ha esultato per il risultato, che dimostra “la soddisfazione della popolazione nei confronti degli assicuratori malattia”. Per voce della direttrice Verene Nold, l’associazione sollecita però il parlamento a passare all’azione per occuparsi dei costi che spingono al rialzo i premi. Per la Nold “è importante che siano autorizzati solo cure e medicinali convenienti, efficaci e appropriati. Inoltre bisogna sviluppare “indicatori per la qualità delle prestazioni che vanno resi accessibili alla popolazione”. Anche il Consiglio federale ha espresso soddisfazione e vede la bocciatura come un chiaro segnale per la politica sanitaria del governo. Il ministro della sanità, Alain Berset, ha sostenuto la necessità di ulteriori riforme, volte a migliorare il coordinamento delle cure per ridurre i costi e di separare nettamente l’assicurazione di base da quella complementare. Più chiara invece la bocciatura dell’iniziativa popolare “Basta con l’IVA discriminatoria per la ristorazione” promossa dall’associazione dei ristoratori Gastrosuisse. Il 71.5% dei votanti e tutti i cantoni hanno respinto l’iniziativa che chiedeva lo stesso trattamento fiscale tra la ristorazione e i take-away e il commercio al dettaglio. Il settore svizzero della ristorazione dovrà continuare a sopportare un’IVA dell’8%, mentre take-away e il commercio al dettaglio beneficeranno ancora di un tasso d’impostazione del 2.5%.
La maggioranza dell’elettorato ha quindi sostenuto la posizione del Consiglio federale che aveva raccomandato di respingere l’iniziativa per le troppe conseguenze negative. La riduzione dell’IVA avrebbe comportato minori entrate fiscali tra i 700-750 milioni di franchi e le misure di compensazione con l’aumento dell’aliquota ridotta dal 2,5 al 3,8 per cento avrebbero penalizzato il ceto medio e le economie domestiche. Il ministro delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf ha precisato nella conferenza stampa che “non sarebbe stato l’aiuto adeguato alla ristorazione nell’attuale difficile situazione del settore”. Comunque la discussione ha mostrato che l’inuguale trattamento fiscale è stato sentito come “discriminatorio da molte persone”. Widmer-Schlumpf si appella al parlamento affinché esso trovi una soluzione adeguata a un sistema IVA che il governo ritiene complicato. “Un unico tasso IVA, non applicabile in alcune eccezioni, è ancora la migliore soluzione”, ha dichiarato Widmer-Schlumpf.
È rimasta delusa e sorpresa Gastrosuisse per il chiaro “no” all’iniziativa. Secondo il presidente Casimir Platzer l’associazione “si aspettava un risultato meno netto”. Questa votazione ha anche degli aspetti positivi secondo Platzer. L’iniziativa ha mostrato alla popolazione quanto sia importante il settore della ristorazione per l’economia e ha contribuito a fare notare alla gente i differenti tassi di IVA applicati facendo chiarezza. Dal comitato favorevole sono piovute però critiche alla campagna di voto. “Non è stata precisa e non ha dato chiare soluzioni o spiegazioni per eliminare questa ‘discriminazione’”, ha commentato il risultato il consigliere nazionale Olivier Feller (PLR/VD), membro del comitato, che vede nel “no” un sintomo di inquietudine.