L’1% della popolazione mondiale fino al 2016 avrà accumulato un patrimonio pari a quello del restante 99% del resto della popolazione. Chi è in possesso di circa 3’000 franchi fa parte del decimo più ricco, ecco i nuovi dati dell’Oxfam
Nei giorni scorsi, in riguardo al WEF a Davos, l’Oxfam, organizzazione umanitaria britannica, ha fatto accenno alla sproporzione tra benestanti e poveri. Nel 2014 l’1% della popolazione mondiale era in possesso del 48% del patrimonio.
“Il benessere mondiale si concentra sempre di più su una piccola élite”, si legge nel rapporto dell’Oxfam che è stato pubblicato la settimana scorsa a Londra. Questa disuguaglianza non è per niente una novità, da anni l’Oxfam e altre organizzazioni umanitarie richiamano l’attenzione a questa distribuzione disuguale e i pericoli che essa comporta. I dati del rapporto sono un insieme di dati della banca Crédit Suisse, ovvero il “Global Wealth Databook” del 2014, e della lista dei superricchi, elencati dalla rivista statunitense Forbes (Forbes-List).
Per l’anno 2013 si stimava che 92 multi-miliardari possedevano tanto quanto la metà più povera della popolazione mondiale, quindi 3,5 miliardi di persone. Nel 2015 saranno ancora 80, nonostante la popolazione aumenti. Già nel 2009 questa percentuale dei più ricchi al mondo possedeva il 44% del patrimonio mondiale. Il patrimonio dei top 80 dal 2010 è salito da 1,3 a 1,9 trillioni di dollari e anche per quanto riguarda le regioni i patrimoni sarebbero distribuiti disugualmente. Quasi un terzo dei 1’645 miliardari nominati sulla Forbes-List, hanno un passaporto americano o vivono negli Stati Uniti.
Più di un terzo dei miliardari è partito con una posizione di benessere, infatti, il 34% aveva ereditato una parte o tutti i soldi del patrimonio in possesso. Inoltre questo gruppo della lista Fobes è predominato uomini e persone grandi, l’85% ha più di 50 anni e il 90% è maschile. Le compagnie più grandi e più floridi dei settori finanziari, assicurative, farmaceutiche e sanitarie, traggono profitti enormi, aumentando sempre di più le proprie risorse. “Però queste risorse potrebbero potenzialmente essere usate anche per l’influenza economica e politica. Una strategia, usata esplicitamente dalle compagnie, è quella di usare le risorse per il lobbyismo dei governi, soprattutto per argomenti e politiche che riguardano i loro affari. Nel 2013 il settore finanziare ha speso più di 400 milioni di dollari per il lobbyismo negli Stati Uniti”, si legge nel rapporto dell’Oxfam. La situazione del lobbyismo è stata analizzata anche in Europa: “Nell’Ue si stima una somma di 150 milioni di dollari investiti dal settore finanziario per istituzioni europee ogni anno. Tra marzo 2013 e marzo 2014 il numero dei miliardari, con attività e interessi nel settore finanziario, nell’Ue è salito dal 31 al 39%, questo aumento comporta una crescita di 34 miliardi di dollari a 128 miliardi di dollari”.
Non sarebbe però neanche difficile appartenere alla metà più ricca dell’umanità, basterebbe un patrimonio di 3000 Euro. Chi è in possesso di più di 66’000 Euro fa inoltre già parte del decimo più ricco della popolazione mondiale, mentre ci vogliono circa 690’000 Euro per far parte dell’uno percento più ricco.
Difficile lotta contro la povertà
La mal-distribuzione ostacolerebbe la lotta contro la povertà mondiale, sostiene Winnie Byanyima, direttore esecutivo dell’Oxfam. Una su nove persone sulla terra non hanno abbastanza da mangiare, un miliardo di persone deve farcela con 1,25 dollaro al giorno.
I più poveri inoltre sarebbero colpiti doppiamente, da un lato diminuirebbe la loro parte del patrimonio totale, dall’altro lato, sostiene l’Oxfam, in generale ci sarà meno ricchezza perché questa disuguaglianza frenerebbe la crescita economica. L’Oxfam critica soprattutto il fatto che tanti dei superricchi, che guadagnano i loro soldi nell’industria sanitaria o farmaceutica, hanno potuto aumentare i loro patrimoni, mentre la sanità mondiale fa solo piccoli passi avanti.