Il Consiglio federale ha deciso di esaminare in dettaglio l’evoluzione a lungo termine dell’apporto all’esercito e alla protezione civile di persone qualificate soggette all’obbligo di prestare servizio
La base sarà il «Modello norvegese» raccomandato dal gruppo di studio sul sistema dell’obbligo di prestare servizio, il Consiglio federale prevede lavori effettuati entro la fine del 2020.
Su incarico del Consiglio federale, un gruppo di studio diretto dall’ex consigliere nazionale Arthur Loepfe ha esaminato integralmente il sistema dell’obbligo di prestare servizio. La sua conclusione è che non sussiste una necessità immediata di adeguare tale sistema. Il Consiglio federale ha ora preso atto del dibattito pubblico sul rapporto, discusso le questioni fondamentali e fissato l’ulteriore modo di procedere.
Per l’ulteriore sviluppo del sistema dell’obbligo di prestare servizio il gruppo di studio raccomanda il «Modello norvegese», che prevede di estendere alle donne svizzere l’obbligo di prestare servizio militare e l’obbligo di prestare servizio di protezione civile. Tuttavia sarebbero chiamate a prestare servizio soltanto le persone effettivamente necessarie per l’esercito e la protezione civile.
Gli uomini e le donne saranno pertanto soggetti all’obbligo di leva, ma solo una parte di loro presterebbe personalmente servizio. Il gruppo di studio ritiene che, nel quadro attuale, l’esercito a lungo termine avrà serie difficoltà nel reclutare il numero indispensabile di persone qualificate soggette all’obbligo di prestare servizio, poiché le esigenze aumentano.
Il Consiglio federale vuole che ciò sia analizzato in maniera più approfondita. L’obbligo di prestare servizio per le donne è una questione di politica di sicurezza e di politica sociale che deve essere discussa in modo approfondito. Al momento il Consiglio federale ritiene che le donne debbano continuare a impegnarsi su base volontaria in seno all’esercito e alla protezione civile e che ciò vada incoraggiato.
Misure mirate per l’apporto di personale all’esercito
Il Consiglio federale identifica un conflitto tra l’obiettivo di assicurare all’esercito e alla protezione civile il numero indispensabile di persone qualificate soggette all’obbligo di prestare servizio e l’obiettivo di garantire che il maggior numero possibile di persone soggette a tale obbligo presti personalmente servizio. Al riguardo, la questione non è di sapere quante classi d’età debbano essere soggette all’obbligo di prestare servizio militare o servizio di protezione civile. Si tratta di stabilire se l’obiettivo debba essere il mantenimento di una quota il più possibile elevata di persone di una determinata classe d’età che prestano servizio e se le persone idonee al servizio militare debbano prestare in qualsiasi caso lo stesso numero di giorni di servizio. Il Consiglio federale intende garantire in ogni caso l’apporto di personale all’esercito. A tale scopo, il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) e il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca hanno già adottato misure, mentre altre sono al vaglio. L’obiettivo è di stabilizzare la quota di idoneità, di ridurre il numero di licenziamenti dalle scuole reclute per motivi medici e di diminuire il numero di coloro che passano dall’esercito al servizio civile dopo aver assolto la scuola reclute. Il Consiglio federale non ravvisa nell’ambito dell’attuale quadro costituzionale un margine di manovra per rendere più flessibile l’applicazione dell’obbligo di prestare servizio militare.