La verità è che un altro Mattarella non c’è, non esiste. Allora meglio tenercelo stretto, anche perché è risultato impossibile qualsiasi tipo di accordo politico tra i parlamentari chiamati ad eleggere un nuovo Capo dello Stato.
Dunque si replica: si riparte da dove eravamo rimasti, o quasi.
Perché un’altra verità è che queste rielezioni hanno scoperchiato un grande vaso si Pandora e tutte le incapacità della politica attuale sono venute fuori spudoratamente.
A sinistra c’è stata una pressante richiesta di confronto e di accordo, ma pare che finisse lì, alla richiesta. Il Movimento, non si è capito cosa volesse fare… come sempre dunque.
Ma soprattutto è venuto fuori l’ingarbuglio dei fili di comando della destra e centro destra. Ad un certo punto, dopo la “rinuncia” di Berlusconi, fioccavano nomi e proposte come popcorn bollenti che scoppiettano nell’olio caldo. Unico requisito esibito era l’alto profilo e che dei tre nomi almeno uno fosse femminile.
Questo è il lato squallido e penoso di queste elezioni. Nomi femminili messi lì per far scena, per cavalcare un trend ipocrita che schiaccia l’occhio alle richieste popolari del momento. Portare il nome di una donna è molto di tendenza, lo ha capito bene anche il M5s, ma anche in questo caso finisce lì, basta che ci sia una figura femminile nella rosa e si apprezzi la grande apertura mentale del partito che la propone, non occorre mica eleggerla!
La cosa che ha messo d’accordo un po’ tutti, invece, è che Mario Draghi – che al Quirinale ci sarebbe andato con piacere – non era voluto da nessuno. A Draghi va bene il Palazzo Chigi ma non il Quirinale. E certo, è stato messo lì per sistemare la situazione e quello deve fare, si giustificano i partiti.
Allora da oggi Mario Draghi è legittimato a fare e farà quello che gli pare, non curante di quello che pensano o vogliono i partiti, più di quanto già non faccia. Perciò stiamo tranquilli, si replica con una coppia collaudata: Mattarella e Draghi. Applauso, chiusura di sipario.
Adesso largo spazio a Sanremo, interessiamoci a quest’altro spettacolo nazionalpopolare con un’altra coppia ben collaudata al timone, Amadeus e Fiorello e con la solita sfilata di “figure femminili” – come le chiama Amadeus – che si alterneranno sul palco per affiancarli, saranno addirittura cinque, una per sera, che vuol dire nessuna. Tutte di alto profilo, per carità, ma nessun profilo così alto da potersi permettere la conduzione esclusiva.
Non ci resta che augurarci una buona visione: scaldiamo le padelle, che i popcorn continuino a scoppiettare!
Redazione La Pagina