Una superficie pari ad un milione di metri quadrati, la stessa area di 14 campi di calcio, circa 850 metri di altezza, per un costo di 800 milioni di dollari.
Sono solo alcune delle caratteristiche del Burj Dubai, il grattacielo più alto del mondo, l’ultima meraviglia costruita negli Emirati Arabi.
Il progetto da 800 milioni di dollari, realizzato da una ditta di Chicago, la Skidmore Owings & Merril, ha 160 piani e 1.440 appartamenti, già tutti venduti alla “modica” cifra di 30 mila dollari al metro quadro, tutti venduti nell’arco di otto ore dall’apertura dell’asta e rivenduti più volte sulla carta.
Il Burj, aperto al pubblico il 4 gennaio scorso, (nel giorno del quarto anniversario dell’ascesa al trono dello sceicco Mohammad Al Maktum) ha già una serie di Guinness dei primati: oltre ad altezza e numero di piani, ha la piscina più alta del mondo e per andare dal primo all’ultimo piano ci vorrà solo un minuto grazie a veri e propri “super ascensori”.
Il grattacielo è stato costruito in cinque anni con un budget di 4,1 miliardi di dollari: all’opera hanno lavorato 12 mila operai impiegati, in turni, 24 ore su 24, sette giorni su sette. Il palazzo è coperto interamente da un milione di metri quadrati di vetro, che avranno bisogno di tre mesi di tempo per essere puliti.
Il palazzo rappresenta anche l’occasione di un debutto importante per il made in Italy: il Barj Dubai sarà infatti la sede del primo albergo al mondo griffato Armani, che occuperà dal primo all’ottavo piano, oltre a quelli 38 e 39 in cui saranno alloggiate le suite superlusso dell’hotel stesso.
Gli appartamenti dal nono al trentasettesimo piano, inoltre, saranno arredati dagli architetti dello stilista italiano.
I piani abitabili sono 160, dei quali 49 destinati ad uffici e 61 ad appartamenti, tra i quali viaggiano 58 ascensori ad una velocità di 10 metri al secondo.
Al 124° piano, una balconata panoramica aperta al pubblico offrirà vedute della città a 360 gradi. Il grattacielo ospiterà “a regime” 10 mila persone che vivranno e lavoreranno “dondolati tra le nuvole” visto che l’oscillazione è pari ad un metro e mezzo.
Un’incognita rimane ancora l’altezza definitiva di Burj Dubai, sconosciuta perfino al Council on Tall Buildings, l’organismo di Chicago che certifica gli edifici più alti al mondo. Per ammissione del presidente di Emaar, Mohammad al Abbar, il grattacielo “supera gli 800 metri”, garantendone la visibilità da 95 km di distanza.
Il primo italiano a mettere piede nel grattacielo è stato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che ha visitato Dubai insieme ad una delegazione italiana lo scorso novembre.
Burj Dubai é l’unico dei titanici grattacieli regionali annunciati che non ha interrotto i lavori né alterato i piani nonostante le recenti avversità finanziarie. È stata invece ridimensionata la Kingdom Tower dell’Arabia Saudita, che avrebbe dovuto superare il chilometro di altezza, mentre sono state sospese sia la Mubarak al Kabir Tower del Kuwait, sia il Doha Convention Center, nonostante le economie delle tre ricche monarchie petrolifere abbiano incassato i colpi della crisi mondiale molto meglio di Dubai.
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