Anche ai papà serve un congedo dalla vita lavorativa dopo la nascita di un figlio. Molti giovani papà desiderano assumersi la responsabilità di occuparsi dei figli, ma attualmente essi sono costretti a chiedere un congedo non pagato. Il consigliere nazionale Martin Candinas (PPD) ha lanciato un’iniziativa parlamentare in tal senso sostenendo che dopo la nascita del figlio “la presenza del padre è indispensabile per un buon inizio familiare e per costruire un rapporto con il neonato”. Se vi sono già altri figli, la loro assistenza sarebbe un compito aggiunto. L’atto parlamentare ha trovato eco nella Commissione della sicurezza e della sanità del Nazionale (CSSS-N) che ha approvato, con 13 voti a 10 e un astenuto, il diritto a un congedo paternità di due settimane. A parere della commissione per motivi di politica familiare un simile congedo è opportuno e sostenibile anche sotto il profilo sociopolitico. Per elaborare un progetto legislativo, il Nazionale dovrà ottenere l’avallo dall’omologa commissione degli Stati.
Il finanziamento del congedo paternità sarebbe simile a quello di maternità (la legge prevede 14 settimane) pagato mediante le Indennità per perdita di guadagno (IPG). I papà, come le mamme, dovrebbero percepire un’indennità pari all’80% del salario, al massimo 196 franchi al giorno. I dieci giorni di congedo, secondo la proposta di Candinas, si possono riscuotere per intero dalla nascita o anche per giorni singoli sull’arco di sei mesi. Il tema del congedo paternità è molto discusso in parlamento con diverse proposte. Ad esempio il Consigliere nazionale Andrea Caroni (PLR) ha proposto una riforma dell’attuale assicurazione, chiedendo che le 14 settimane di congedo concesse alla mamma vengano in parte riscosse dal papà. Ciò non porterebbe a nessun cambiamento dell’attuale sistema. I Verdi pensano a un piano per lanciare un’iniziativa popolare.
Nelle famiglie contemporanee la presenza del papà nell’educazione dei figli è indispensabile. Il primo passo politico verso un congedo retribuito è stato compiuto. Ora si attende che anche l’economia ne prenda atto e contribuisca a dare priorità al congedo paternità. L’utile 2014 di 122 milioni di franchi dell’IPG dimostra che il congedo è finanziabile. Ma l’Associazione svizzera padronale punta a un abbassamento dei contributi IPG per alleggerire i lavoratori e i datori di lavoro e a investire sulla riforma della previdenza vecchiaia, che richiede un ulteriore finanziamento. La priorità resta assicurare le pensioni e non il congedo paternità.