Due italiani uccisi dai propri figli a distanza di pochi giorni
Un giovane di 18 anni ha ucciso il padre dopo una lite furibonda. È accaduto nella notte tra il 26 e il 27 febbraio ad Arezzo intorno alla mezzanotte e mezza in una villetta alle porte di Lucignano. La vittima, Raffaele Ciriello, aveva 51 anni ed era un fabbro. Secondo quanto emerso dalle prime indagini condotte dai carabinieri intervenuta sul posto, Giacomo Ciriello, avrebbe ucciso il padre con una doppietta, regolarmente detenuta in casa, al culmine di un violento diverbio. Poi avrebbe chiamato i carabinieri per denunciarsi.
Quando sono arrivati i carabinieri sul posto, il giovane ha detto poche parole, ha indicato dove era il corpo del genitore, poi si è fatto ammanettare. Il diciottenne viveva con il padre da quando l’uomo si era diviso dalla moglie e, dopo aver lasciato la scuola, aveva deciso di lavorare nella sua bottega di fabbro, ma la loro era una convivenza sempre più difficile, con continue discussioni e litigi.
Dissapori e incomprensioni sarebbero anche alla base di un altro parricidio, quello consumato in Venezuela il 24 febbraio, dove un imprenditore italiano da tempo trasferito a Maracaibo è stato ucciso su indicazione del figlio.
Si tratta di Bruno Allio, l’imprenditore di 60 anni che tempo fa aveva lasciato il Cuneese per cercare fortuna nella città venezuelana dove aveva aperto con successo una ditta di porte e finestre e in Sud America aveva anche uno stabilimento. Quando la notizia si è diffusa in Italia, qualcuno dei conoscenti ha parlato di dissapori in famiglia, ma nessuno immaginava una tale fine e soprattutto il coinvolgimento del figlio 24enne Santiago che però non ha agito personalmente, ma avrebbe assoldato dei sicari.
Alla base della tragica decisione pare che ci sarebbe la volontà da parte del padre di risposarsi. L’uomo, infatti, avrebbe dovuto risposarsi tra un mese con la compagna, una funzionaria ministeriale, e il giovane temeva di perdere l’eredità. Per questo motivo si parla di un delitto premeditato.
Il figlio infatti avrebbe voluto inscenare una rapina finita male, come tante altre in Venezuela, con i sicari che hanno atteso la vittima sulla sua auto parcheggiata davanti a casa, pronti a fare fuoco al primo accenno di reazione.
Presto però è stato scoperto il piano del figlio che, prima dell’arresto ha avuto uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine. Santiago Giovanni avrebbe confessato dopo diverse ore di interrogatorio di avere organizzato l’agguato con un amico, anche lui finito in manette ammettendo di temere per l’eredità.
Così per una manciata di bolivar, ha ingaggiato due sicari e li ha fatti entrare in casa perché si nascondessero tra i sedili del Suv del padre per simulare una rapina. La polizia ha però scoperto tutto subito risalendo immediatamente al figlio e al suo complice. Arrestato anche uno dei due sicari di 18 anni, mentre l’altro, di appena 17, è ancora ricercato.
In Italia vive ancora la sorella di Bruno Allio che è stata contattata dalla Farnesina per fornire l’assistenza necessaria in questi casi.