Il 22 aprile il primo turno delle presidenziali francesi ma la battaglia elettorale è già divampata
I sondaggi lo danno al 24% e c’è chi ha detto che per un presidente in carica è una percentuale da ”perdente”, troppo difficile risalire la china fino a ribaltare il pronostico. E‘ questa la partenza di Nicolas Sarkozy all’inizio della campagna elettorale per l’elezione del presidente della Repubblica in Francia. Sarkozy precede di quattro punti Marine Le Pen, data al 20% e segue di quattro punti il suo antagonista principale che è François Hollande, segretario del partito soicialista francese dal 1997 al 2008, quando fu spodestato da Martine Aubry che, a sua volta, ha perso le primarie proprio con lui. Tanto per restare in famiglia, anche la sua ex moglie, Ségolène Royal, è stata battuta – e malamente – alle primarie. Ségolène, madre dei suoi quattro figli, si distaccò dal marito proprio in occasione della battaglia presidenziale del 2007, quando, candidata della gauche, perse di brutto con quel Nicolas Sarkozy l’ex marito. Se gl’incastri della storia seguono una linea del questo a te e questo a me, il presidente in carica dovrebbe perdere. Nel 2007 ha sconfitto la (ex) moglie, ora il marito (ex) potrebbe sconfiggere lui, e così i conti sarebbero pareggiati. Sarebbe contenta anche lei, Ségolène Royal, e sarebbero punite sia Cécilia, la donna che all’indomani dell’elezione lo piantò per un altro uomo, sia l’attuale moglie, Carla Bruni, ex modella, cantante, ma soprattutto gauchiste a parole ma conservatrice nei modi di fare e di pensare e nel patrimonio. C’è un altro candidato alla presidenza, si tratta di François Bayrou, già candidato perdente nel 2002 e nel 2007 ed ora attorno al 10%. Dicevamo dello svantaggio di quattro punti rispetto ad Hollande. Se Marine Le Pen non si candidasse – e la cosa potrebbe essere anche possibile perché per farlo ci vuole, secondo la legge francese, il sostegno di 500 amministratori locali – per Sarkozy sarebbe più facile non solo recuperare, ma anche vincere. Il suo 24% e il 20% di Marine Le Pen fanno il 44%, un buon punto di partenza per attrarre un altro 10% di elettori. Viceversa, potrebbe succedere come nel 2002, quando Le Pen padre riuscì a battere il candidato socialista mettendo la gauche fuori gioco, per cui Chirac ebbe facile gioco in quanto i socialisti furono costretti a dare il voto a lui, sa sempre avversario, pur di non rischiare di far eleggere presidente della Repubblica Le Pen. I socialisti, dopo Mitterrand, sono stati sempre sconfitti, privi com’erano di un uomo con un carisma alla Mitterrand e soprattutto divisi. Ora potrebbe esserci la svolta. Sarkozy lo sa ed è per questo che sta programmando una campagna elettorale all’insegna di alcuni slogan forti che dovrebbero rivalutare l’uomo forte che pensa di essere e che forse è. Il primo turno avverrà il 22 aprile, il secondo il 6 maggio: mancano due mesi all’appuntamento e l’inizio della campagna di Sarkozy è tutto un clamore dialettico. Ha detto: ”Di fronte alla situazione della Francia, dell’Europa e del mondo, non sollecitare un’altra volta la fiducia dei francesi sembrerebbe una diserzione, sarebbe come il capitano della nave che l’abbandona nella tempesta”. La frase, ad effetto, da una parte evoca il comportamento negativo di Schettino, il comandante della Codsta Concordia, dall’altra si pone come esempio contrario, virtuoso, appunto, come un capitano intrepido che vuole guidare la nave con mano ferma.
Di qui gli slogan sulla ”Francia forte”, sull’uomo (che sarebbe lui) capace di assicurarle il ruolo di mattatrice nel mondo, autore di una serie di riforme che ”ora cominciano a dare i loro frutti”, l’uomo che avrebbe impedito agli operai di fare la fine di quelli greci, ai pensionati di fare la fine di quelli italiani e agli occupati di fare la fine dei disoccupati spagnoli. Il candidato socialista, in un comizio, lo ha invitato più che a presentare la sua candidature ”a chiedere scusa ai francesi perché quello di Sarkozy non è un bilancio, è un fiasco”. Lui ha risposto che ”il candidato socialista non ha idee, si limita solo ad attaccare le mie”, dichiarando che non lo lascerà respirare, che ci saranno tre idee nuove al giorno e che non capirà nemmeno quello che gli capita. Insomma, Sarkozy dice che lo farà a pezzi o, almeno, lui ne è coinvinto. L’uomo è tutto pieno di sé, arrogante e infido, ma è temibile dal punto di vista della dialettica, tipicamente francese. E‘ arrivato a dire con cipiglio napoleonico ”La France c’est moi”, parafrasando ”Lo Stato sono io”, di Luigi XIV. L’uomo, per recuperare a destra i voti di Marine Le Pen, ha a sua volta operato una mezza sterzata a destra, conservatrice e autoritaria. C’è il rischio che i francesi gli credano. [email protected]