Il commercialista Massimo Gambini, nominato dal tribunale di Bologna, ha completato il suo compito
Un paio di settimane fa era rimbalzata la notizia circa la delusione di Marco Alemanno, il trentaduenne amico del cuore di Lucio Dalla, morto in Svizzera il primo marzo, nei confronti dei parenti, probabili eredi del patrimonio del cantautore. In un’intervista, il giovane attore aveva manifestato dei dubbi (“Si farà la Fondazione? Non lo so. Ne farò parte? Non lo so. Resterò in Via D’Azeglio? Non lo so”), ma soprattutto dei timori di essere privato di ogni bene, ad esempio, l’appartamento in cui abitava e che doveva rientrare nel patrimonio da dividere tra gli eredi del cantante.
Il tribunale di Bologna aveva affidato al commercialista Massimo Gambini l’incarico di verificare l’esistenza di un documento che manifestasse le volontà di Lucio Dalla. Nell’attesa dei risultati, erano sorte aspettative e timori. Ora è ufficiale. La ricerca messa in atto dal commercialista è terminata con un risultato che non sorprende nessuno. Lucio Dalla non ha lasciato nessun testamento, né alcun documento scritto (e nemmeno verbale, anche se comunque quest’ultimo non sarebbe valido) da cui si potesse ricavare le sue volontà. Probabilmente l’artista non riteneva di essere in pericolo di morte, magari a quest’evento non ci pensava nemmeno, e comunque, non avendo fatto testamento, secondo la legge la sua eredità dovrà essere divisa tra i parenti più diretti, che sono cinque cugini legittimi. Sono Amelia Menotti, Silvana Scaglione, Lino Zaccanti e le sorelle Dea (ex comandante dei vigili urbani di Bologna) e Luisa Melotti, la cui quota parte, essendo nel frattempo deceduta, andrà a beneficio dei suoi due figli. Dunque, l’amico del cuore è escluso dall’eredità in quanto nessuna volontà del defunto di renderlo erede era stata espressa dal cantante. Forse, non era nemmeno nelle sue intenzioni nominarlo suo erede. In ogni caso, non essendoci nessun documento scritto, Marco Alemanno è tagliato fuori, a meno che i cugini – o qualcuno di essi – non sia tanto generoso da rimediare alla mancanza di volontà dell’artista.
Dal tono delle risposte date ai giornalisti che cercavano di saperne di più, forse qualcuno di loro, se non tutti, potrebbero fare il bel gesto di considerarlo come un sesto erede. Forse è quello che spera Marco Alemanno, il quale, comunque, a differenza di quel che dice, non avrà problemi finanziari in futuro perché possiede il 3,9% della Assistime Spa, società di produzione e registrazione di cui il cantante morto possedeva il 92,46%. Il giovane, dunque, continuerà a percepire parte del ricavato delle canzoni di Dalla.
Sull’entità del patrimonio di Dalla c’è incertezza. Si parla di una cifra che va dai 6 milioni di euro liquidi a qualche decina di milioni di euro, in più ci sono le proprietà immobiliari: dalla grande residenza in via D’Azeglio a Bologna alle due ville alle isole Tremiti, da quella nel Catanese allo yacht. Pare anche che i parenti eredi abbiano già dichiarato di voler procedere alla Fondazione che Dalla stesso aveva in mente di costituire. Comunque, sulla loro reale volontà di realizzarla, come sulla loro reale disponibilità a riconoscere Marco Alemanno degno di ricevere parte dell’eredità, bisogna aspettare. Il patrimonio è ingente, ma, come si dice, l’appetito vien mangiando e tutto è possibile.