Ancora norme, scritte riscritte e corrette, ancora una volta emendate, giusto a significare la inadeguatezza di un governo incapace allo sbando completo. Oggi, le pubbliche amministrazioni comunali, possono a loro discrezione, prorogare la rata IMU di giugno. Il differimento del termine potrà essere disposto con delibera consiliare, per tutti quei contribuenti che hanno subito perdite economiche a causa dell’emergenza sanitaria. L’Ifel (Istituto di vigilanza locale dell’Anci), con una nota del 21 maggio scorso, indicava nel 30 settembre la data di scadenza e 31 ottobre il termine ultimo per consentire ai contribuenti beneficiati dalla proroga, di autocertificare la loro situazione economica. In forza dell’art. 777 della Legge 160/2019, l’ente ha la facoltà di differire i termini di versamento del tributo per situazioni particolari.
Per l’Ifel il Covid-19 è una situazione straordinaria, che non obbliga gli enti a fare distinzione tra quota comunale e quota statale. Qualora il contribuente voglia beneficiare di questa contenuta proroga, dovrà attestare che ha effettivamente subito danni economici, mediante presentazione di specifica comunicazione da presentare a pena di decadenza entro il 31 ottobre p.v., salvo ulteriori cambiamenti o ripensamenti del Governo in merito. Per l’istituto la proroga non generalizzata ma selettiva del termine, costituisce, a parer loro, un tangibile seppur provvisorio sostegno a chi, persona fisica o esercente di attività economica, attualmente a causa del Covid-19 ha avuto ed ha difficoltà economiche.
Da quest’anno i titolari e detentori di beni immobili non sono più tenuti a pagare la TASI, che è stata inglobata nella nuova IMU con la legge di bilancio del 2020, così pure tutti gli italiani residenti all’estero, pensionati ed iscritti all’AIRE, proprietari di immobili in Italia, da quest’anno saranno costretti a pagare l’IMU che negli anni precedenti, in forza della Legge 80/2014, li assolveva da questo ingrato onere. La prima rata è pari al 50% di quanto versato a titolo di IMU e TASI per l’anno 2019. Oggi lo dice persino CGIL, il Governo ed il Parlamento si devono rendere conto che la patrimoniale sugli immobili è un serio problema per le famiglie, specialmente in questo momento, in cui vengono a mancare i redditi da (lavoro), con cui pagarla. Confedilizia è contraria e critica apertamente questo genere di manovre politiche atte solo a fare cassa, anche in funzione di alcune voci che circolano nell’ambiente del Governo, per cui si opterebbe per una tassa una a tantum sugli immobili per affrontare i costi dell’epidemia di Covid-19.