Quanto sta accadendo nel comune di Roma è variamente seguìto ed interpretato da giornalisti e commentatori più o meno attrezzati. Ci si cimenta con considerazioni che hanno, a mio avviso, il difetto di una visione limitata che si rapporta solo con il presente. Avviene sempre così anche, e mi scuso per l’accostamento, quando ci sono i disastri ambientali. Non mi riferisco solo ai terremoti ma anche alle esplosioni idro-geologiche, conseguenza di accumuli di disattenzioni, di inesistenti opere di prevenzione, di gestioni a dir poco “avventate” del territorio.
Molti denunciano la inadeguatezza del M5S e della sindaca Raggi. Non ho visto analisi stringenti, veritiere ed oneste. Il M5S è frutto di proteste, di diffusi disagi. Nasce dalla non politica, dall’assenza di strumenti di riflessione e di equilibrio. Abbiamo spazzato via i Partiti, con il loro bagaglio di patrimoni e di storie vissute, strumenti di organizzazione del consenso, di elaborazione di progetti e, soprattutto, di formazione di classe dirigente. La classe dirigente non si inventa attraverso scorciatoie e fratture tra i rappresentanti e rappresentati. Le leggi elettorali che hanno introdotto l’istituto di nomina dei parlamentari è stato salutato come successo della democrazia e, invece, ne è stata la sconfitta. Il tutto è iniziato con la legge con la quale si è votato nel ’94 e poi con le repliche del “porcellum” nelle elezioni del 2006 e 2008. Si è fatta strada la “cultura” della rottamazione, non di alcuni aspetti del sistema che era necessario innovare, ma di uomini e di valori. Un ritorno alle guerre di religione: lotte di potere. Il sistema si è squilibrato. Il termine “rottamazione” esprime un rozzo, incolto progetto in contrasto con le radici umanistiche del nostro Paese. Oggi si confrontato due estremismi quella di Renzi e quella di Grillo. Entrambi negano tutto in nome di una confessione che esalta i leader e limita la libertà del pensiero. Renzi con il pretesto di abbattere i costi della politica assottiglia le espressioni della rappresentanza democratica. È ampiamente dimostrato che il peso economico aumenterà!
A Roma accade quello che si paventava. La improvvisazione, le parole d’ordine possono blandire ma non sono strumenti di governo. Il mondo non va nel verso giusto se ci sono capi e poi il deserto del pensiero e dell’agire collettivo. Al referendum bisogna opporsi con il No alla riforma costituzionale. Non basta il ritocco della nuova legge elettorale come tenta di far credere la minoranza del Pd. Bisogna far saltare il disegno che ci sta portando nel mare aperto dell’avventura senza prospettive.
Ai cittadini bisogna offrire strumenti e opportunità di stare con pienezza nel loro tempo. Dopo oltre 20 anni di sospensione della politica bisogna far esistere la pluralità dei pensieri e degli apporti, salvaguardano i cardini della nostra Costituzione e introducendo un sistema proporzionale, non esasperato, nella legge elettorale. E’ la sola strada per favorire la ricomposizione di associazioni, di comunità, di partiti politici veri, di aree di confronto Altrimenti solo lobbies di interessi e non solo … !
Mario Tassone
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