È un esame di maturità quello che la Schweizerischer Versicherungsverband-SVV / Associazione Svizzera d’Assicurazioni-ASA (svv.ch) ha brillantemente superato negli scorsi, difficili mesi della pandemia: “dopo 473 giorni stiamo finalmente tornando alla normalità”, ha esordito Samuele Donnini, Presidente ASA Sezione Ticino.
Questo il messaggio della “Giornata degli Assicuratori”, l’incontro annuale degli operatori del settore svoltosi recentemente al LAC, e per la per la prima volta a sud delle alpi.
Come ogni prova, hanno commentato i relatori, anche la pandemia ha portato ad una verifica e rinnovata coscienza di procedure interne, prospettive, dialogo con le autorità e del mercato assicurativo nel suo insieme.
L’incontro svoltosi al LAC aveva avuto un prologo a fine giugno, in cui ASA Ticino, il centro di ricerca Bak Economics AG, e Christian Vitta, direttore del Dipartimento cantonale finanze ed economia-DFE, hanno segnalato ai media nazionali che il valore aggiunto del comparto assicurativo della macro-area commerciale svizzera di lingua italiana supera quello dello stesso Cantone Ticino.
All’incontro annuale di SVV-ASA è invece toccato al presidente Rolf Dörig fare il punto della situazione.
È innegabile che la pandemia abbia avuto un impatto sulle attività assicurative e la gestione dei rischi. Tuttavia, ha sottolineato Dörig, “affrontare i rischi di una emergenza sanitaria mondiale è un compito che non può essere lasciato al solo settore privato”. Gli assicuratori, il privato, hanno cercato un dialogo con la amministrazione pubblica ma, probabilmente a causa della veloce evoluzione degli eventi, le parti non sono giunte ad un accordo.
Ecco quindi, ha sottolineato il presidente di SVV-ASA, che durante la emergenza sanitaria “lo stato ha svolto il ruolo dell’assicuratore”, e mobilizzato risorse per circa settanta miliardi di franchi. Tuttavia la pubblica amministrazione che “non percepisce premi dagli assicurati come accade nel settore privato”, in tal modo ha solo creato un debito per le future generazioni.
Sarebbe invece opportuno che pubblico e privato in questo settore giungano ad un accordo per gestire i rischi prossimi a venire, che potranno essere non solo epidemiologici, ma anche finanziari, o conseguenti all’invecchiamento della popolazione, oltre che climatici, o causati da attacchi informatici, dalla cybercriminalità, per non citarne che alcuni.
Il settore privato, ovvero le assicurazioni, “svolge un ruolo sociale, e garantisce una sicurezza e stabilità alle attività economiche”, svincolata da una logica politica, ha commentato Dörig, che ha proseguito invitando stato e partners economici ad una nuova ripartizione di compiti e ruoli; in particolare la pubblica amministrazione non dovrebbe sovrapporsi al ruolo degli assicuratori, “perché lo stato non può certamente fare meglio della economia privata”.
Il Presidente di SVV-ASA ha infine tracciato le future linee guida della associazione. Al primo posto troviamo l’impegno ambientale, che deve essere orientato ai bisogni del mercato, accettabile a livello sociale ed internazionale, perché “il privato ha una attitudine alla gestione delle proprie risorse che è diversa da quella del settore pubblico”, cui piuttosto si chiede di intervenire tramite accordi-quadro con i partners internazionali ed europeo in particolare, per tutelare lo spazio sociale del modello economico svizzero.
In subordine, ha ricordato il Presidente Dörig, troviamo il tema della riforma della AVS: “l’invecchiamento della popolazione è un tema che interessa tutte le parti sociali.
Il compito degli assicuratori non è di lasciare debiti alle future generazioni: ecco perché una riforma della previdenza AVS ora è prioritaria e sollecitiamo il parlamento a trovare una soluzione”.
Ma, tornando al nostro commento iniziale, le conseguenze pratiche dell’esame di maturità superato dal settore assicurativo durante la crisi pandemica, sono state chiarite dalle osservazioni di Marlene Amstad, Presidentessa del Consiglio di Amministrazione della Finma, la autorità di vigilanza del settore finanziario svizzero.
“Arriveranno nuove crisi”, ha esordito la dirigente di FINMA, “e potranno essere anche di tipo economico. Negli scorsi mesi la Svizzera ha saputo reagire allo stress-test causato dalla pandemia, perché il nostro sistema finanziario ha fatto tesoro delle esperienze vissute dopo il market-crash del 2007-2008. Tuttavia il futuro è alle porte: nel decennio 2030-2040 la digitalizzazione si imporrà in un modo quasi irreversibile.”
Ma parlare di evoluzione informatica del mercato finanziario non è che “la parte per il tutto” di un nuovo mondo che finirà per influenzare anche il settore assicurativo.
Negli ultimi anni, ha ricordato la presidentessa del CdA di Finma, il volume dei dati è esploso in un modo quasi incontrollabile.
Attualmente questa massa di informazioni, in continua crescita, è ormai interpretabile solo grazie alla intelligenza artificiale-AI e al machine learning, cioè le analisi digitali del mercato.
Tutto questo apre nuovi scenari e modelli di azione che oggi possiamo solo parzialmente immaginare. Basti pensare alla evoluzione della moneta elettronica, al suo progressivo uso anche in campo assicurativo, ed a tutti gli interrogativi suscitati da questa novità.
Primi fra tutti: chi sorveglia queste transazioni, chi custodisce il denaro digitale, e quali obblighi conseguono anche per le assicurazioni che si trovano costrette a riceverlo.
“Ecco perché è indispensabile”, ha commentato Marlene Amstad,” che si intensifichi il dialogo fra autorità, settore assicurativo, e gli organismi di controllo”.
Tutto ciò per le assicurazioni, oltre che implicitamente anche per il mondo finanziario, non è che la porta di ingresso verso nuove responsabilità operative.
Ne segnaliamo alcune, limitandoci alle principali.
” Tra breve sarà possibile fornire coperture assicurative in tempo reale” ha ricordato la presidentessa del CdA di Finma: “questo imporrà di reimpostare tramite algoritmi non solo i canali di distribuzione, ma anche la gestione dei sinistri e la valutazione dei rischi. I big-data, ovvero l’utilizzo dell’illimitato archivio informativo raccolto dal “grande fratello informatico a livello mondiale, se permetteranno di offrire coperture individualizzate, altrettanto potrebbero tradursi in un implicito fattore discriminante, perché a parità di prestazione ogni persona sarà etichettata con un suo rischio ed un suo prezzo. Inoltre i big-data, ricavando i dati dagli archivi più diversi, compromettono la riservatezza sulle informazioni che riguardano l’individuo, in un modo che oggi non riusciamo neppure a prevedere. Ma ancora: i dati costituiscono un valore economico traversale, e quindi consentono la individualizzazione, la profilazione, di una offerta commerciale a tutti i coloro che possono accedervi. Paradossalmente, ad esempio, possono diventare possessori di informazioni di interesse assicurativo anche le case produttrici, che conoscono lo stile di guida degli automobilisti, ed archiviano la casistica degli incidenti per singolo modello. Ecco perché, “ha sottolineato Marlene Amstad, “in futuro sarà importante ridefinire cosa si intenda per attività assicurativa, chi sia abilitato a svolgerla, e chi ne sia tenuto alla vigilanza”.
FINMA, ha anticipato la presidentessa del suo consiglio di amministrazione, continuerà ad intervenire affinché la evoluzione digitale, che comprende i big data, il machine learning e la AI, avvenga in modo equilibrato, costruttivo, non discriminante, in modo che le basi legali preservino sia l’individuo e sia il sistema finanziario nel suo insieme. Le medesime procedure interesseranno anche il mondo assicurativo, in modo trasversale, universale, e con una marcata attenzione ai rischi climatici, che possono influenzare la economia pubblica e quella privata, i portatori di interessi sociali, gli asset owners, e tutti i dirigenti chiamati a gestire i fattori di rischio, gli asset liability managers.
Superato dunque l’esame di maturità della pandemia, il mondo assicurativo ed economico, in tutte le sue diramazioni intra-statali, pubbliche e private, reputazionali, climatiche e generazionali, si scopre velocizzato e rimpicciolito dalla potenza di una digitalizzazione, trasversale ma infinita, come il destino che tutti siamo pronti a riprendere.
Luci ed ombre, problemi, soluzioni, dialogo e compromessi, sono tutti elementi di questa sfida ancora tutta da affrontare.
Non ci resta che concludere con le osservazioni di Marlene Amstad di FINMA: “Le esperienze della pandemia consentono di prevedere che la piazza finanziaria svizzera continuerà a mantenersi solida. Tutelare questi presupposti non sarà facile: perché a cambiare sarà la qualità delle prestazioni che gli operatori saranno tenuti ad offrire. Ma è certo che il nostro paese ha tutto quanto è necessario per affrontare con serenità le sfide che ci attendono.”
Segnaliamo infine che durante l’incontro luganese di SVV ha rinnovato il suo comitato di direzione, ora composto da: Michèle Rodoni (CEO de La Mobiliare), Martin Jara (CEO di Helvetia Svizzera), e Reto Dahinden (CEO Swica); Juan Beer (CEO di Zurich Svizzera) è il nuovo vicepresidente e dal prossimo anno, Urs Arbter, succederà alla presidenza di SVV in sostituzione dell’uscente Thomas Helbling.
di Andrea Grandi