Nel terzo trimestre del 2012 il prodotto interno lordo reale della Svizzera (PIL) è aumentato dello 0,6% rispetto al 2° trimestre. A tale proposito hanno contribuito le spese per i consumi delle economie domestiche e del settore pubblico
Tasto dolente quello dell’economia, soprattutto in tempi come questi in cui non si riesce a tirare sospiri di sollievo, ma anzi tutto sembra suggerire tempi sempre più bui. E invece, nonostante la crisi che ha investito l’economia mondiale e soprattutto nonostante i problemi che, riguardandoci da più vicino, hanno investito anche la Confederazione Elvetica, tra cui in maniera particolare la forza del franco svizzero, l’economia elvetica gode di un piccolo momento positivo. Nel terzo trimestre, infatti, il prodotto interno lordo (Pil) è progredito dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti, quando era stata registrata una contrazione dello 0,1%, che su base annua corrisponderebbe ad un’espansione pari all’1,4%. Secondo quanto comunicato dalla Segreteria di stato dell’economia (Seco), si tratta dell’incremento più marcato dal periodo luglio-settembre 2011, che ha ribaltato, in positivo, le stime degli esperti interpellati dalla Reuters, che puntavano su una crescita trimestrale dello 0,2 e annuale dello 0,9%. Interessante è anche vedere cosa ha reso possibile questo aumento. Secondo quello che apprendiamo dal comunicato stampa della Seco, tra i fattori che hanno contribuito all’incremento del Pil vi sono prima di tutto i consumi privati aumentati dello 0,1%, in maniera particolare sono soprattutto le spese per le cure sanitarie e quelle nella categoria delle telecomunicazioni ad aver subito un netto incremento. Per contro sono diminuite le spese alimentari, l’abbigliamento e le calzature nonché per le categorie alloggio e trasporti. Insieme alle spese personali hanno contribuito anche le spese per i consumi dello Stato e delle assicurazioni sociali, aumentate dell’1,7%.
Ciò non vuol dire che non siano stati registrati cali che invece hanno riguardato il settore degli investimenti fissi (-0,5%), dovuto al segmento impianti e attrezzature (-1,2%), così come contributi negativi sono arrivati dall’industria metallurgica e dalla costruzione di veicoli. Invece risulta progredita la crescita degli investimenti nell’edilizia (+0,3%). Le esportazioni di merci sono salite del 2,3%: a ciò hanno contribuito in modo determinante sostanze chimiche e prodotti affini. In lieve diminuzione risultano le vendite all’estero di strumenti di precisione, orologi, gioielli, nonché prodotti dell’industria meccanica e dell’industria elettronica. L’export di servizi ha nuovamente fatto registrare, come già nel secondo trimestre, una flessione dell’1,4%. Le importazioni di merci sono aumentate dello 0,8%, con valori notevoli in particolare per strumenti di precisione, orologi e gioielli. Solo lieve incremento invece per sostanze chimiche, macchinari e prodotti dell’elettronica. L’import di servizi è sceso dell’1,9% e un’evoluzione negativa è stata notata anche per i veicoli. Cosa dobbiamo aspettarci dall’economia svizzera in futuro?
“Nonostante le premesse sfavorevoli come la crisi dell’euro o il franco forte, quest’anno l’economia svizzera se l’è cavata egregiamente”, indica la Federazione delle imprese svizzere in una nota. Intanto Economiesuisse ha ridotto le precedenti previsioni sull’andamento del prodotto interno lordo (Pil) elvetico nel 2013 e si aspetta un aumento dello 0,6%, contro lo 0,8% indicato in giugno. Sono attesi aumenti nei consumi delle economie domestiche dell’1,9% nel 2013 contro l’1,2% quest’anno; nel settore delle costruzioni dell’1,5% rispetto allo 0,7% nel 2012. In negativo invece gli investimenti in beni strumentali e le esportazioni. L’anno che verrà il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 3,3%.
5 domande all’esperto
Qual è la situazione economica mondiale attuale e che influenza ha sull’economia Svizzera?
Indubbiamente ci troviamo in una situazione economica molto delicata, onde le principali forze economiche faticano a fornire fatti incoraggianti per il futuro. La crisi europea sicuramente è fonte di maggiore preoccupazione. Il crescente indebitamento dei vari paesi periferici e la mancanza di soluzioni serie e persistenti da parte dei politici bloccano lo sviluppo economico europeo e sempre di più rischiano di influenzare anche altre economie come la Svizzera. Oggi la zona euro è in recessione (crescita negativa), con solo pochi paesi (p.e. Germania) con economie in crescita. I vari Stati, non solo nel Sud dell’Europa, ma anche negli USA o in GB, devono tagliare le spese e/o aumentare le tasse per fare cassa e ridurre il debito pubblico. Da ciò risulteranno meno crescita e più incertezze. La situazione economica negli Stati Uniti è comunque migliore. La crescita del PIL nel 3 trimestre era dello 2.7%. Le attese per il 2012 in complessivo sono leggermente al di sopra del 2%. Il che non è male, ma chiaramente non sufficiente per ridurre la disoccupazione e sostenere le altre economie mondiali. In Cina la crescita economica sta sì rallentando ma comunque sfodera una crescita superiore al 7%. La Svizzera ha la fortuna e la capacità di produrre prodotti di alta qualità e/o di lusso esportando non solo nei paesi europei ma anche nei paesi emergenti. Cosi può diversificare i rischi e ammortizzare il peso della crisi economica. Questo permette alla Svizzera di avere un tasso di disoccupazione basso sostenendo una spesa di consumo interno buona. In più il mercato immobiliare sta vivendo un periodo di grande crescita grazie soprattutto alla alta richiesta dovuta al livello basso dei tassi.
Cosa vuol dire per la nostra economia l’incremento dello 0,6% del Pil?
Vuole dire che la ricchezza nazionale è cresciuta dello 0.6% nel 3 trimestre in termini reali, cioè al di sopra dell’inflazione. Il dato è confortevole quanto inaspettato. Il 2 trimestre aveva riportato una deteriorazione del PIL dello 0.1% e gli economici non escludevano ulteriori risultati in negativi vedendo anche la Svizzera scivolare in recessione.
Quali sono stati i fattori che hanno reso possibile questo andamento?
Per ammortizzare il rallentamento dell’economia la mano pubblica (governo) può aumentare le spese comportandosi in maniera anticiclica. Di fatto il consumo dello Stato è aumentato dell’1.7% sostenendo la crescita. Rimane buono anche la spesa dei privati, in aumento dello 0.1% nel 3 trimestre.
Cosa comporta tale aumento sull’economia di tutti i giorni?
La crescita dell’economia determina il livello di disoccupazione, della crescita dei salari e anche il livello d’investimenti delle imprese (e dello stato). Quindi più è alta la crescita meglio è. Perché vuol dire che la gente ha occupazione, gli stipendi crescono e la gente spende di più avendo più soldi e maggiore fiducia nel futuro. In poche parole, si vive meglio e il livello del tenore di vita aumenta.
Cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro economico della Svizzera?
C’è da sperare che l’economia svizzera continui a mantenere la propria solidità resistendo alla difficoltà proveniente dalla zona euro. Le stime della BNS (banca nazionale svizzera) prevedono per il 2013 una crescita del PIL del 1.1%. Questa stima pertanto ci può rendere fiduciosi.