Il nuovo presidente egiziano Al-Sisi si è scusato personalmente con una donna che è stata abusata sessualmente durante il fine settimana del suo insediamento
Il governo egiziano si è dimesso, subito dopo l’insediamento del nuovo presidente, Abdel Fattah El Sisi, come previsto dalla costituzione. Il nuovo esecutivo, composto da 31 ministri, aveva prestato giuramento davanti al presidente provvisorio, Adly Mansour, che ha passato i poteri a Al-Sisi. L’Egitto è un paese in cui la violenza e gli abusi sessuali sulle donne sono molto frequenti, 50 giorni prima delle elezioni presidenziali, la Federazione internazionale dei diritti dell’uomo (Fidh) ha pubblicato un rapporto sui dati della violenza in cui rivela che solo durante le manifestazioni tra novembre 2012 e gennaio 2014 ci sono stati 250 casi di violenza, il dato più grave però è che a causa dell’assenza di una legge che condanna le molestie “nessuno degli autori di questi crimini è stato perseguito dalla giustizia. Il clima di impunità contribuisce così a che si ripetano e si banalizzino le violenze perpetrate sulle donne”, dichiara Karim Lahidji, presidente della Fidh.
Altri dati terrificanti li fornisce lo studio dell’Onu Donne del 2013, questo studio ha rilevato che il 99.3% delle donne egiziane ha dichiarato di essere stata aggredita sessualmente, l’86% degli uomini che sono stati intervistati ha ammesso di aver perpetrato violenza. Non finisce qui, queste donne che hanno subito abusi sessuali, molestie o aggressioni non vengono considerate vittime, ma sarebbero loro a provocare queste molestie. Spesso le donne inoltre vengono aggredite sulle strade, al lavoro o nei trasporti pubblici, quindi in luoghi comuni non nascosti, perché chi le violenta non ha bisogno di nascondersi.
Al-Sisi, il nuovo presidente egiziano, ora sembra interessarsi per le vittime, infatti, durante il fine settimana dell’insediamento ha fatto visita ad una donna abusata che si trova ospedale. “Chiedo scusa a tutte le donne egiziane”, ha detto Al-Sisi e ha continuato sostenendo che è inaccettabile che succedano queste aggressioni sessuali in questo Paese. È per questo che il presidente ha chiesto al ministero degli Interni ”far rispettare con forza la legge contro le molestie sessuali” approvata la scorsa settimana e che prevede da sei mesi a cinque anni di carcere e una multa pari a 420 dollari per chi viene riconosciuto colpevole di molestie o abusi sessuali. “Il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha incaricato il ministro degli Interni di far rispettare la legge e prendere tutte le misure necessarie per combattere le molestie sessuali, una forma inaccettabile di condotta”, ha detto la presidenza in un comunicato. “Il presidente invita tutti i cittadini a svolgere la loro parte per ripristinare il vero spirito dei valori etici e morali nella società egiziana. Questo dovrebbe venire in parallelo con gli sforzi dello Stato ad applicare con rigore la legge”, prosegue il testo. Intanto sette persone sono state arrestate in relazione alle molestie durante la festa dell’insediamento del nuovo presidente.
Congratulazioni da Obama e Renzi
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiamato il presidente egiziano Abdelfattah al-Sisi per congratularsi con lui dopo il suo insediamento, ricordando l’impegno degli Stati Uniti affinché i due Paesi lavorino insieme condividendo gli interessi comuni. Lo rivela la casa Bianca in una nota. Obama ha anche rinnovato il sostegno americano alla politica, all’economia e alle aspirazioni sociali del popolo egiziano e il rispetto per i loro diritti universali. ”Siamo fiduciosi, vogliamo credere in questo Egitto”. Lo ha affermato l’ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari, intervenuto all’evento ”United for Egypt” promosso dall’Astoi e dai principali operatori italiani del turismo a sostegno della ripresa dei flussi di visitatori verso il Mar Rosso e l’antico Egitto in corso a Marsa Alam.
Massari ha ricordato come il segnale di questa fiducia sia dimostrato dalle congratulazioni espresse subito al neopresidente Al-Sisi da parte del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ”da una telefonata diretta del premier Renzi e da un messaggio del ministro degli Esteri Federica Mogherini”. L’Italia è pronta a fare la sua parte, con l’obiettivo di continuare a sostenere ”il proseguimento del processo democratico egiziano, d’accordo con la road map lanciata un anno fa”. Già sono in cantiere, oltre all’appoggio alla ripresa turistica, una serie di progetti, sulle energie rinnovabili e proprio sul rapporto giovani egiziani-società civile, con un incontro al Cairo ”per avvicinarli all’Europa”.