Grandi assenti Fratelli musulmani. Favoriti partiti pro Al Sissi
Gli elettori egiziani sono stati chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento che decreterà con tutta probabilità il rafforzamento del potere del presidente Abdel Fattah al-Sissi, a tre anni dallo scioglimento dell’ultima assemblea.
La tornata elettorale si svolge in due fasi e si concluderà il 2 dicembre e darà al paese un nuovo parlamento. Sono oltre 54 milioni gli egiziani chiamati alle urne per la terza e ultima tappa della road map presentata dalle autorità di transizione dopo la destituzione del presidente islamista Mohammed Morsi: le prime due sono state la nuova Costituzione e l’elezione del presidente Abdel Fattah al-Sissi.
Il sistema di voto è complesso
La modalità di voto favorisce i candidati indipendenti piuttosto che i partiti politici. Su 596 seggi in palio, 448 sono riservati agli indipendenti, 120 alle liste di partito e 28 saranno nominati dal presidente. Secondo alcuni osservatori, come fa notare il politologo Clément Steuer su Le Monde, il pericolo è che torni in auge il vecchio regime, i rais del Partito nazionale democratico (sciolto nel 2011) dell’ex presidente Hosni Moubarak, i potentati locali, le élite in genere. “La questione è vedere sino a che punto si tornerà a un sistema clientelistico sul modello del PND, cosa che non è molto probabile, oppure se il sistema si ricostituirà attorno ai partiti politici”.
Un quadro su cui pesa l’incognita del tasso di partecipazione, anche alla luce del complicato sistema di voto.
Qualche piccolo partito nato dopo la rivoluzione del 2011 ha preferito boicottare la chiamata alla urne, ma gran parte delle formazioni si sono unite in coalizioni, con la lotta al terrorismo e il sostegno al presidente Sissi come denominatore comune, oltre ad opporsi ai Fratelli Musulmani. Lotta alla disoccupazione e alla povertà è l’altro tema su cui hanno insistito più o meno tutti i candidati. I sondaggi danno per favorita la coalizione “Per Amore dell’Egitto”, una galassia di decine di partiti liberali e social-democratici, che potrebbe ottenere la maggioranza dei 120 seggi a disposizione per lo scrutinio di lista.
Grandi assenti del voto, i Fratelli Musulmani, che nelle legislative del 2012 avevano ottenuto il 46% dei voti e oggi sono fuori legge come partito, classificati come “terroristi”.
Seggi vietati alle donne in abiti succinti
Le donne vestite in abiti succinti o ‘dissoluti’ non possono votare alle elezioni parlamentari iniziate con il primo turno in Egitto il 18 e il 19 ottobre. Lo ha deciso il governo del Cairo, come ha annunciato Rifaat Qumsan, consigliere del premier per gli affari elettorali. Stando alle direttive dell’esecutivo, quindi, le elettrici abbigliate in modo ‘sconveniente’ non saranno ammesse ai seggi. “Bisogna rispettare le regole, le tradizioni e i costumi sociali”, ha spiegato Qumsan in una riunione della Commissione nazionale per la gestione delle crisi.
“Di conseguenza – ha aggiunto – una signora che indossa abiti libertini non potrà entrare al seggio per votare a queste elezioni, che dovranno essere una celebrazione della democratica e non un carnevale in cui sollevare problemi”.
La Commissione elettorale egiziana ha poi deciso che saranno estromesse dal voto anche le donne che indossano il niqab, ovvero il velo integrale. Omar Marwan ha spiegato che le donne che lo indossano dovranno rimuoverlo al momento del voto, pena la negazione del diritto. Il niqab, che copre interamente la donna dalla testa ai piedi, è indossato in ambienti musulmani ultraconservatori. In Egitto viene indossato da una minoranza di donne.
Afp/Adnkronos