In Europa solo Lussemburgo e Norvegia hanno uno standard più alto e le disparità nella ripartizione dei redditi sono meno marcate rispetto alla media
La Svizzera continua a essere uno dei paesi più ricchi in Europa. Da molti anni le condizioni di vita sono invidiabili e nel 2013 il salario disponibile è ancora aumentato, anche se ciò non esclude che una parte della popolazione ha difficoltà economiche ed è a rischio povertà. La maggior parte della popolazione si dichiara soddisfatta, ma vorrebbe più tempo per le attività di svago. È quanto emerso dall’indagine sui redditi e sulle condizioni di vita dell’Ufficio federale di statistica (UST) pubblicata la scorsa settimana. Nel contesto europeo, misurato in base al reddito disponibile equivalente mediano, la Svizzera risulta al terzo posto dietro Lussemburgo e Norvegia. Si tratta del reddito espresso in potere d’acquisto dopo la deduzione delle spese obbligatorie (tasse, assicurazioni sociali) e l’eliminazione delle differenze di livello dei prezzi tra i paesi. Nel 2013 tale reddito in Svizzera era di 25.925 franchi, che è di 1.7 volte superiore a quello dell’Italia (15.342) e di 1.3 superiore a quello della Germania (19.371). In termini di diseguaglianza nella ripartizione i redditi in Svizzera sono ripartiti più equamente e si collocano sotto la media europea (5). I redditi del 20% della popolazione più ricca sono 4.2 volte superiori a quelli accumulati dal 20% dei più poveri. I paesi con le disparità più marcate sono la Lettonia e la Spagna (6.3).
Nonostante i redditi alti e le minori disparità, anche in Svizzera una parte della popolazione è a rischio povertà: nel 2013 era il 13.3% della popolazione residente e il loro reddito equivalente era sotto il 60% della mediana. I gruppi più esposti al rischio riguardano le famiglie monoparentali, le persone senza alcuna formazione successiva alla scuola d’obbligo e gli stranieri di origine extraeuropea. Inoltre l’indicatore della deprivazione materiale indica che il 4% (UE 19.5%) è confrontato con difficoltà finanziare. Queste persone non possiedono beni di consumo durevoli o non hanno le condizioni esistenziali minime, per la mancanza di risorse finanziarie. Quasi il 20% non è in grado di far fronte a una spesa mensile imprevista di 2.500 franchi, mentre l’8.7% non si può permettere una settimana di vacanze all’anno lontano dalla Svizzera, il 3.8% è priva di un’automobile e l’1% non ha una lavatrice o un televisore. L’indagine è stata svolta su circa 7.000 economie domestiche con più di 17.000 persone è ha preso in considerazione anche la qualità della vita, una valutazione sulla soddisfazione rispetto alla propria vita in generale e ad altri ambiti. Il 72.3% (lieve calo rispetto al 2012, 76.4%) si ritiene in generale soddisfatto della propria vita, indicando nelle relazioni della vita in comune e personali e nell’atmosfera sul luogo di lavoro gli aspetti più positivi. Anche la situazione finanziaria personale è positiva per il 55.1%, mentre la maggiore insoddisfazione degli svizzeri riguarda il tempo a loro disposizione per le attività di svago (47.7%), percentuale scesa dell’11% rispetto al 2012.