Il 25 maggio 2014 gli italiani sono chiamati a dare il loro voto per le elezioni del Parlamento europeo (PE), per l’affluenza alle urne però si presume una quota di partecipazione bassa. Infatti, secondo gli ultimi dati di febbraio dell’Eurobarometro, il 53% degli italiani non si sente un cittadino europeo, nonostante gli italiani credano nell’Europa e nelle sue istituzioni. Anguel Beremlisky, della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, ha dichiarato che “in un’Italia sfiduciata dalla crisi, gli italiani sono più preoccupati dei loro concittadini europei della disoccupazione e della pressione fiscale, e non si sentono cittadini europei. Non solo si sentono poco ascoltati, si sentono anche poco informati, soprattutto sulle notizie a livello europeo, e vorrebbero esserlo di più. La maggioranza di loro però crede nell’Europa, e vorrebbe ‘più Europa’”.
Di certo il nuovo Parlamento Europeo sarà l’immagine dell’UE in uno dei momenti più critici dalla sua nascita, il Parlamento di un’Europa colpita fortissimo da crisi, problemi economici e un Parlamento che in futuro si immischierà ancora di più nella politica nazionale. Quando è stata fondata l’Unione Europea, dopo le due guerre mondiali, lo scopo principale era guidato dalla determinazione a completare rapidamente la ricostruzione dell’Europa ed eliminare l’eventualità di nuovi conflitti futuri tra le nazioni che ne fanno parte, e nonostante tutte le lamentele da diverse parti, dobbiamo dire che questo può ritenersi riuscito.
Nel 2009, per le elezioni europee, l’affluenza è stata del 65,1%, con il 35,3% il partito più votato è stato il PdL, il PD ha avuto il 26,1% dei voti, ma la situazione politica, economica e sociale in Italia non era quella in cui ci troviamo oggi. A governare il Bel Paese era Berlusconi, attualmente limitato nell’agire nel mondo della politica, dato che tra poco dovrà espiare la sua pena ai servizi sociali. Non ci trovavamo in questa crisi economica che è iniziata alcuni mesi dopo le elezioni nel 2009 in seguito al crollo della Wall Street nel 2008, e che ha colpito tutti i paesi dell’Unione Europea, ma soprattutto i paesi del sud, tra cui l’Italia.
Ma le elezioni europee destano curiosità, uno perché i partiti hanno la possibilità di rimescolare le carte e cercare di giocare qualche asso nella manica, e secondo perché le elezioni potrebbero essere un test per il nuovo governo italiano di Renzi. Le elezioni europee in Italia finora sono sempre state considerate elezioni di secondo ordine e di conseguenza l’affluenza alle urne è minore rispetto a elezioni politiche, dove si vota per il nuovo governo del proprio paese. Infatti, per quanto si sa finora, i cittadini hanno sempre “punito” i partiti che secondo loro stavano facendo un lavoro scarso, mentre soprattutto i partiti di opposizione godevano di un sostegno maggiore, secondo una teoria (teoria del ciclo elettorale, Reif e Schmitt, 1980) questo significa che i partiti di governo sarebbero spesso svantaggiati. Ed è proprio questo che rende queste elezioni così interessanti, in Italia abbiamo una situazione completamente nuova, con il governo Renzi, nato solo a febbraio di quest’anno. Dato la teoria sulle elezioni di secondo ordine, siamo curiosi dell’opinione concreta degli italiani che se è giusta la teoria, dovrebbero stare dalla parte dei partiti d’opposizione, tra cui soprattutto il M5S e Forza Italia.
Non ci resta altro che aspettare i risultati per sapere chi saranno i vincitori e sempre secondo l’Eurobarometro “le istituzioni europee godono di maggior fiducia da parte degli italiani rispetto a quelle nazionali e la maggioranza di loro vuole maggiore integrazione europea: la richiesta degli italiani è per politiche più concrete e vicine ai cittadini, con un salto di qualità dell’Ue”.