È un inizio di primavera che si tinge di rosa, di verde e di rosso, i tre colori simbolo della ‘gauche’, vista la schiacciante vittoria ottenuta da Socialisti, Verdi ed estrema sinistra, che volano oltre il 50% delle preferenze, al secondo turno del voto regionale.
Una vera e propria umiliazione per l’Ump, il partito di destra al potere di Nicolas Sarkozy, che ora si deve arrendere alla sconfitta e si appresta ad annunciare un rimpasto di governo. Anche se per il segretario generale dell’Eliseo, Claude Guenant, non si tratterà di un ritocco “di grande portata”.
“Il risultato di conferma il successo delle liste della gauche. Non abbiamo saputo convincere. Questo rappresenta una delusione per la maggioranza. Me ne assumo tutte le responsabilità”, ha dichiarato il premier Francois Fillon, che è stato convocato all’Eliseo “per fare il punto sul messaggio dei francesi” con il presidente Sarkozy.
Insieme ai suoi alleati ambientalisti di Europe Ecologie, la gauche, composta dal Partito socialista di Martine Aubry e dalla sinistra radicale, continuerà a dirigere la stragrande maggioranza delle regioni francesi, dopo aver ottenuto a livello nazionale il 54% dei suffragi contro il 36% del partito presidenziale e dei suoi alleati, secondo le prime stime dell’istituto Opinionway.
Grande successo anche per l’ex candidata socialista alle presidenziali del 2007 Segolene Royal, che secondo le stime ha ottenuto il 61,1% delle preferenze nella corsa alla presidenza della regione Poitou-Charentes, contro il circa 38,9% ottenuto da Dominique Bussereau, capolista dell’Ump nonchè attuale ministro dei Trasporti di Sarkozy.
Battuta sonoramente in numerose regioni, spesso con scarti da vertigine rispetto alla gauche, la destra evita tuttavia la disfatta totale, riuscendo a mantenere la roccaforte dell’Alsazia, storico bastione della destra, ma anche a conquistare il territorio d’oltremare de La Reunion nell’Oceano Indiano.
Malgrado una più elevata partecipazione rispetto al primo turno – secondo tutti i sondaggi, il tasso di astensionismo è passato dal livello record del 53,6% al 49% – la destra non è riuscita a mobilitare abbastanza il suo elettorato per conservare la Corsica, una delle unica regioni – insieme all’Alsazia – in cui governava.
A guastare le feste a Sarkozy è stato anche il Fronte Nazionale di estrema destra di Jean Marie Le Pen che, sempre secondo l’istituto Opinionway, ottiene l’8,7% dei voti al livello nazionale, con punte che schizzano oltre il 20% in alcune regioni del nord e del sud della Francia.
“I francesi hanno respinto una politica ingiusta, fatta di regali fiscali per i più privilegiati a detrimento della lotta alla disoccupazione e al sostegno al settore pubblico”, ha detto il segretario socialista, Martine Aubry, nel primo commento ai risultati.
“I francesi hanno fatto una scelta a favore della sinistra – ha proseguito – per una politica che li protegga, li difenda nella vita quotidiana.
Da domani saremo al lavoro per mantenere i nostri impegni, sul lavoro, per la difesa dei giovani, per le piccole imprese, per gli agricoltori”. “I francesi – ha aggiunto la Aubry – hanno detto anche no alla strumentalizzazione della paura da parte del governo. Hanno parlato e devono essere ascoltati. Stasera la Francia ha chiesto di cambiare profondamente politica”.
Per Jean Marie Le Pen l’esito del secondo scrutinio “segna il crollo del sarkozysmo”.
Il capo dell’Eliseo ha ribadito più volte che queste elezioni non possono avere conseguenze nazionali.
Anche se è stato proprio lui stesso a convincere ben 20 dei suoi ministri a candidarsi al voto, il che ha dato una dimensione di test a questo scrutinio, l’ultimo grande appuntamento elettorale prima del voto presidenziale del 2012.