Ritorna la cantante italiana raccontando le sue “noiose, quotidiane fragilità”
L’avevamo vista al Kaufleuten, lo scorso 13 maggio, in un concerto in cui la sua voce ha stupito il pubblico di fan nonostante sia stato abituato alle sue alte performance. Ora Elisa si concede ancora con un nuovo album dal nome “Diari aperti”, una raccolta molto personale e intima come lo sono i suoi spettacoli live.
Il titolo è una dedica ai diari che Elisa compila regolarmente e su cui appunta pensieri e concetti che la colpiscono particolarmente da cui poi trae spunto per scrivere i suoi brani oppure idee per i suoi concerti. Un modo romantico da cui si intuisce che la nascita delle sue canzoni proviene da pensieri quotidiani non dimenticati o improvvisati e raccolti in un angolo della sua casa. Forse in un armadio o in un baule che custodisce frammenti della sua vita da portare allo scoperto senza troppi filtri.
Ed è nei teatri che la cantante vuole far conoscere i suoi inediti cantandoli in un tour che in primavera partirà da Firenze. Uno dei brani portanti, “Quelli che restano”, è stato anticipato qualche settimana fa on line inizialmente con una significativa foto in bianco e nero che ritraeva lei e Francesco De Gregori in una conversazione dall’atmosfera teatrale intima: il preludio per entrare in punta di piedi nel loro mondo con un brano di rara dolcezza. Il video, messo poi in rete, ha confermato la riuscita di questo pezzo che mostra semplicemente due artisti con la A maiuscola mentre creano una musica che si avvicina molto alla poesia. Il testo è un racconto tutto da ascoltare in un crescendo di voci, quasi una danza, che si alternano e si sovrappongo elegantemente. Una canzone forse poco radiofonica, ma sicuramente da meditazione in cui il finale racconta cosa significa “essere i pazzi che venite a cercare” ovvero essere sé stessi serenamente.
Sull’argomento, a Vanity Fair, Elisa, fa un appello al pubblico: “non vergogniamoci del quotidiano, di non essere super-eroi, di dover vincere ad ogni costo. Rivalutiamo la nostra parte fragile. Vorrei invitare chi mi ascolta a prendere una penna, scrivere e riscoprire l’umanità in noi stessi. La tecnologia serve per aiutarci nel pratico ma dobbiamo continuare ad esprimere quello che siamo scrivendo di nostro pugno”.
Tra gli undici brani in scaletta nell’album, il primo senza la supervisione della produttrice Caterina Caselli, c’è anche “Se piovesse il tuo nome”. Il video del singolo, scritto in collaborazione con il cantante Calcutta, viene attualmente proposto sul web ed è stato girato sempre nell’atmosfera dalle sfumature bicromatiche del precedente con De Gregori. La raccolta è una produzione della Universal Music Italia e doveva già uscire l’anno scorso in occasione del ventennale di carriera ma è stato posticipato per dare spazio ad un periodo di riflessione per riprendere fiato. Nonostante Elisa abbia interpretato molti brani in inglese, “Diari aperti” è stato scritto in italiano e risulta il suo secondo album interamente in lingua italiana dopo “L’anima Vola” pubblicato nel 2013. Forse perchè, le fragilità, è più semplice sussurrarle nella propria lingua.
foto: Gloria Bressan