Se essere imperfetti vuol dire non affidare mai ai numeri ed alla logica aritmetica il proprio destino o quello degli altri, lasciandosi dolcemente cullare dal susseguirsi casuale degli eventi, modulato magari sulle emozioni. Se queste emozioni scaturiscono dall’imperfetta percezione del tempo, oggi splendido, domani grigio. Se il proprio stato d’animo risente continuamente di queste variazioni portandoci ad essere diversi ogni santo giorno che Dio comanda su questa terra, raffrontati con le diverse ed imperfette manifestazioni umane che si manifestano. Se ogni mattina davanti ad uno specchio ci osserviamo increduli di fronte al continuo passare del tempo sul nostro volto ed a ciò non ci opponiamo tentando in tutti i modi più insensati di cambiare il corso delle cose attraverso i più ridicoli ritrovati della scienza e della tecnica. Se la nostra imperfezione ci spinge con forza ad ignorare l’arrogante invasione di scienza e tecnica nella nostra esistenza, spingendoci in avanti come il vento fa sulla vela di una zattera nell’oceano…sempre avanti ma… forse…Se la nostra non sempre perfetta condotta ci spinge a sentimenti contrastanti su questo o su quello, mostrandoci zigzaganti nella vita e sempre curiosamente confrontati con scelte cui rispondiamo imperfettamente. Se i rimpianti occupano la nostra memoria perché abbiamo spesso fatto cose che non volevamo fare, ma essi sono in equilibrio con le soddisfazioni che ci ritroviamo ogni giorno nel presente ed in quelle che ci aspettiamo nel futuro; e quest’equilibrio ci appare totalmente imperfetto facendo pendere la bilancia a volte da una parte ed a volte dall’altra. Se la ricerca della perfezione a tutti i costi si muove dentro di noi come una cosa estranea, come un alieno collocato nella nostra anima. Se ci commuove la vista di un disastro umano o naturale e non riusciamo a trattenerci dal piangere di fronte alla inevitabilità dell’orrore. Se non riusciamo a mettere ordine nelle nostre cose sempre e comunque, e non ci curiamo continuamente della precisione e perfezione delle cose, ma ci adeguiamo alle differenti circostanze che si presentano a noi variando con elasticità le nostre reazioni, in modo spesso incontrollato ed a volte inadeguato. Se la nostra vita è piena di incongruenze… allora vuol dire che siamo uomini, donne e bambini imperfettamente normali. Vuol dire che la nostra vita è bella e ci piace. Perché un giorno qualcuno ha ritenuto che la perfezione e la sua ricerca è la priorità assoluta. Ed allora, per ottenere il massimo risultato e la perfetta soluzione, concentrò uomini, donne e bambini in alcuni campi e prima cominciò ad eliminarli con il gas in enormi stanzoni. Ma il gas non era la soluzione perfetta, perchè lasciava resti e non tutti venivano eliminati perfettamente. Poi organizzò grandi forni crematori per velocizzare le eliminazioni ed ottimizzare…perfezionare… la soluzione. Qualcuno un giorno pensò…su questa terra…inquesta Europa, che la perfezione della propria razza fosse il punto di arrivo della propria storia e che gli ebrei fossero la pietra d’inciampo e la deviazione dell’umanità perfetta. Come anche i rom, gli omosessuali, i testimoni di Geova, i disabili. Tutta questa imperfezione andava perfettamente eliminata. E così nacque la soluzione finale…il più grande orrore del novecento. Non dimentichiamolo mai….
Massimo Pillera